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Vi ho chiamato amici – una nuova esperienza a Ca’ Monte

Si è svolta a Cà Monte una prima esperienza dedicata ad approfondire il tema dell’amicizia “nella” e “per” la vita familiare.
Alla proposta, pensata da don Sergio con degli amici della comunità Maria Vergine e Madre, hanno aderito alcune famiglie interessate a questa tematica.  Chiediamo direttamente a loro: “L’amicizia è un gioco da ragazzi?” E lasciamo già un’anticipazione: è nell’aria un bis! 

Un amico fedele è una protezione potente,
chi lo trova, trova un tesoro.
Per un amico fedele, non c’è prezzo,
non c’è peso per il suo valore.
Un amico fedele è un balsamo di vita,
lo troveranno quanti temono il Signore.
Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia,
perché come uno è, così sarà il suo amico
.”

Dal Libro del Siracide, 6, 14-17

Nasce da un interrogativo la due giorni intitolata “Vi ho chiamato amici” rivolta ad alcune coppie di sposi: l’amicizia è un gioco da ragazzi?

Il weekend si è svolto a Borzano, presso la casa di Cà Monte dedicata all’amico Umberto Roversi, completamente ristrutturata e rinnovata in locali arredati con gusto e praticità. Nel lavoro di équipe, in alcuni amici sposi della Comunità Maria Vergine e Madre insieme a don Sergio, abbiamo cercato di disporre un tempo che fosse un’esperienza continua in un clima spirituale con preghiera, insegnamenti, attività, momenti di coppia, semplice comunione. Ci siamo così immersi nel mistero dell’amicizia: a ben vedere, infatti, l’amicizia è proprio un mistero! C’è chi l’ha definita un tipo di amore (“filia”), il meno naturale degli affetti, per citare C.S. Lewis, che argomenta ancora: “Gli innamorati si interrogano continuamente sul loro amore; gli amici non parlano quasi mai della loro amicizia. Gli innamorati stanno quasi tutto il tempo faccia a faccia, assorti nella contemplazione l’uno dell’altro; gli amici, fianco a fianco, assorti in qualche interesse comune (…) Il due, invece, lungi dall’essere il numero distintivo dell’amicizia, non è nemmeno il più congeniale a questo tipo di legame”.

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei – dice il noto vecchio adagio. E forse è vero che l’amicizia raccoglie in sé una scelta elettiva e una missione per tanti.

Resta un fatto: l’amicizia va vissuta. Gesù, che è stato maestro anche in questo, ci ha introdotto nelle sue amicizie scelte.

L’amicizia va vissuta sì… ma forse anche spiegata! E questo si è cercato di fare, come in un laboratorio per provare a entrare nelle nostre esperienze di vita con uno sguardo più consapevole.

Per dirla tutta, la risposta alla domanda iniziale “ l’amicizia è un gioco da ragazzi?” potrebbe apparire scontata, ma non lo è affatto:

vale la pena impegnarsi in amicizie durature anche nell’età adulta, anche dove le ferite e le incomprensioni possono corrodere quei sogni di gioventù, che ci facevano vedere l’amico come il compagno di grandi imprese o destinatario di importanti confidenze, veicolando quel desiderio di infinito che albergava in noi.

E se questa risposta avesse per qualcuno profili di ovvietà, il cammino per consolidarla invece tutt’altro.

Offrendo un’inedita esperienza spirituale è stato riservato uno spazio per riconsiderare la propria vita familiare, per riflettere concretamente su come vivere l’amicizia nella propria famiglia, mettendo a fuoco la rete di relazioni che caratterizza la nostra vita e riconoscendo il bene insito in quella scelta elettiva di chi più ci è intimo.

E nello scendere a valle da quel monte così caro, tra i fiori che fanno timidamente capolino ce n’è uno così profumato: inaspettatamente, questa due giorni ci ha trovati intrecciati in un legame fatto di parole e gesti e preghiera, che ci parla di Dio.

Massimo e Maria, Chiara, Caterina e don Sergio

***

In calce qualche testimonianza:

Silvia e Gianfranco

“Come genitori di tre bambini piccoli, entrambi lavoratori e impegnati in attività in vari contesti educativi, ogni tanto sentiamo la necessità di fermarci e cercare una fonte di nutrimento spirituale dalla quale attingere nuove energie. La proposta che ci è arrivata da Maria è risuonata per noi come provvidenziale: abbiamo aderito con grande entusiasmo, grati del fatto che avesse pensato a noi.

Non avevamo ricevuto dettagli sul programma, quindi siamo partiti alla volta di Borzano senza avere idea di ciò che nello specifico si sarebbe fatto. Questa “adesione a scatola chiusa” è stata fondamentale per viverci l’esperienza in maniera totalizzante e immersiva. Fin dal nostro arrivo ci siamo sentiti accolti e “coccolati” dalle famiglie ospitanti, che hanno pensato a tutte le nostre necessità con una organizzazione davvero incredibile, facendo sentire sia noi che i nostri i bimbi a casa.

Ci siamo trovati a riflettere su un tema per noi molto caro, quello dell’amicizia fra famiglie, cogliendo spunti nuovi grazie alle catechesi di don Sergio e alle attività organizzate per noi. Fondamentale è stata anche la testimonianza che queste famiglie, con parole e fatti, hanno “incarnato”, in un’ottica di gratuità e di dono di loro stesse, delle loro esperienze e delle loro storie.

Sono stati giorni preziosi, fatti di riflessione, ascolto ma anche di domande, che ci hanno fatti tornare a casa rigenerati nello spirito e colmi di gratitudine.”

Chicco e Sabry

“Occasione preziosa per la nostra famiglia di fermarsi e di sentirsi riconosciuti e Amati.

La modalità proposta di catechesi, riflessione di coppia, le testimonianze,la preghiera e la condivisione ci hanno permesso di sperimentare e fare memoria del senso più alto e più vero dell’Amicizia.

Nei tre giorni si è creato un clima di comunione che ha permesso di entrare in relazione profonda sia a livello personale che di coppia che di amicizia.

La preghiera ci ha aiutato a far spazio alle parole che hanno lasciato un’eco e  domande da approfondire.

Non solo, possiamo contare su nuovi volti a cui volgere lo sguardo e le domande che matureranno nel nostro cuore; tra cui Don Sergio.

Un senso di pace e di gratitudine ci ha accompagnato nella discesa dal monte.

Grazie di cuore per questo invito.”

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