BAVIERA 2022: IL RACCONTO DEL PELLEGRINAGGIO
Il Movgiovani è stato in pellegrinaggio in terra tedesca nella settimana centrale di Agosto. Lasciamo la parola a Matteo che ci racconta come lo ha vissuto
Vi scrivo una notizia un po’ riservata. È il mio segreto, esperienza viva dopo la Baviera, che non voglio tenere solo per me: grande è la fortuna di credere! Grande è la fortuna di passare più di una settimana con i propri amici in pellegrinaggio a Monaco di Baviera. Una delle prime cose che ci hanno detto all’inizio del Campo è stata questa: “Non vi trovate in vacanza, ma in pellegrinaggio” e così, in questa prospettiva, abbiamo sospeso la routine quotidiana, assumendo un’identità diversa, quella di pellegrini. Ci siamo messi in cammino, partendo dal cuore, speranzosi che potesse verificarsi un cambiamento a livello esistenziale. Credetemi, è successo! Potremmo dire che questi giorni, permettendomi di scrivere una parola importante, ci hanno offerto un’esperienza di “conversione”. Di fronte ad una nuova avventura il desiderio di cambiamento ci trasforma nel corpo, nello spirito e nell’anima, orientandoci alla Grazia, colei che produce frutti dolcissimi nei cuori disposti a lasciarsi plasmare. Abbiamo vissuto il Campo del Movimento insieme a 173 compagni di viaggio, provenienti dalle varie realtà del Movimento (tra cui Verona, Roma e Piacenza). Si è trattato di momenti di cammino, occasioni di conoscenza e dialogo, esperienza di umanità. Che fossimo diretti verso la cima di una montagna, nel centro storico della città di Monaco, nella fraternità di un pranzo, una cena o una partita a beach volley, in noi emergeva quel bisogno dell’altro, quel desiderio di affidarsi agli amici, ai nostri sacerdoti ed educatori, sagge guide di questo campo.
Vi scrivo una notizia un po’ riservata. È il mio segreto, esperienza viva dopo la Baviera, che non voglio tenere solo per me: grande è la fortuna di credere!
Noi soli non ci bastiamo, perché Egli desidera incontrarci, rinfrancarci con il calore della Fede. Cristo sta al centro dei nostri sguardi ed incrociando il suo, sperimentiamo la bellezza dell’affidarsi. Se l’essere umano è fatto per la relazione e la comunione, tuttavia ha bisogno di armonizzare la sua ricerca di condivisione con il deserto: il silenzio. Abbiamo vissuto una mattinata di silenzio per giungere alla “Madonna che scioglie i nodi” e proprio a Lei abbiamo affidato le nostre piccolezze che ci bloccano ed il nostro cammino di Movimento. Giorni di Santità, ritorno in noi stessi in compagnia o in intimità educandoci a discernere le voci che albergano nel nostro cuore e a far tacere quelle che fanno solo rumore. Siamo rimasti affascinati dalla Cultura di un popolo e dalla Storia di una nazione, come i Castelli di Hohenschwangau e Neuschwanstein. Procedere a piedi ci ha dato il tempo di guardare con attenzione a ciò che Dio offre al nostro sguardo, riconoscendo la bellezza del creato, le montagne della Baviera con le sue cime, i suoi boschi, le sue valli e le sue rocce che offrono sostengo nella faticosa salita e vengono in aiuto diventando altari granitici per celebrare la Messa. Non basta però delineare il punto d’arrivo. Dobbiamo avere il coraggio di incamminarci. In virtù di una presa di distanza dal quotidiano, la vita viene orientata nell’ottica del raggiungimento di una meta, non dobbiamo restare parcheggiati tra la partenza e la meta, che si chiama Vocazione, una parola che ci scuote nel profondo. Scaviamo dentro noi stessi, nell’Amore della nostra Vocazione, essa può essere ancora avvolta dalla nebbia del futuro, ma siamo certi, che con i Tuoi tempi, che non sono i nostri, ma mai in ritardo ci colmerai, o Dio, Vocazione alla speranza. Il Padre ci ama: con questa certezza nel cuore ogni difficoltà, ogni tristezza, ogni pessimismo diventa per noi superabile.
Che fossimo diretti verso la cima di una montagna, nel centro storico della città di Monaco, nella fraternità di un pranzo, una cena o una partita a beach volley, in noi emergeva quel bisogno dell’altro, quel desiderio di affidarsi agli amici, ai nostri sacerdoti ed educatori, sagge guide di questo campo.
Siamo stati testimoni di grande bellezza, ma anche di malvagità. Al campo di concentramento di Dachau l’euforia generale ha lasciato spazio al silenzio, alla riflessione ed alla tristezza. “Nie wieder” (mai più) il severo monito che troneggia al centro della piazza. Impressa a fuoco vivo nel nostro cuore è la storia del Beato Karl Leisner: presbitero tedesco, morto a seguito della prigionia a Dachau, ordinato segretamente tra quelle baracche, grazie alla complicità dei detenuti. Nonostante la malattia, che lo stroncherà, fu sempre testimone di fede e carità cristiana nei confronti dei sofferenti. Una storia commovente, come quella delle tante vittime, che coinvolge la nostra interiorità, la nostra umanità, mostrandoci cosa significa essere Santi.
Giorni di Santità, ritorno in noi stessi in compagnia o in intimità educandoci a discernere le voci che albergano nel nostro cuore e a far tacere quelle che fanno solo rumore. Siamo rimasti affascinati dalla Cultura di un popolo e dalla Storia di una nazione, come i Castelli di Hohenschwangau e Neuschwanstein. Procedere a piedi ci ha dato il tempo di guardare con attenzione a ciò che Dio offre al nostro sguardo, riconoscendo la bellezza del creato, le montagne della Baviera con le sue cime, i suoi boschi, le sue valli e le sue rocce che offrono sostengo nella faticosa salita e vengono in aiuto diventando altari granitici per celebrare la Messa.
Ci sono fedeli che consegnano tutta la loro esistenza alla Parola che Dio loro rivolge, fino a compiere gesti impensabili e inediti; abbiamo conosciuto i ragazzi della “Rosa Bianca” simboli tangibili dell’antinazismo tedesco praticato con la pace simbolo di disobbedienza civile, ideologica, culturale e religiosa. Un gruppo di giovani di diversa estrazione sociale, culturale ed ecclesiale: Hans Scholl, sua sorella Sophie, Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst e Kurt Huber che misero in atto un pericoloso sistema clandestino stampando e diffondendo volantini contro il nazionalsocialismo in nome della libertà e della fratellanza tra i popoli. I giovani fratelli Scholl furono scoperti e arrestati all’Università di Monaco di Baviera. In poco tempo, gli altri componenti furono presi dalla Gestapo, processati e condannati alla pena capitale. Che coraggio quello di andare controcorrente in un oscuro fiume; ardevano di una fiamma che la ghigliottina non ha saputo spegnere. La loro fede, forte come la roccia delle montagne bavaresi, gli ha permesso di vivere il Calvario con cuore aperto e in pace giungendo nelle braccia di Dio.
Tornato a casa raccoglierò i suoi frutti, la mia quotidianità non sarà più la stessa, non potrà più esserlo perche mi hai stravolto il Cuore, hai riempito il mio calice così abbondantemente che trabocca e tutto ciò che vivrò d’ora in avanti: amicizie, amore, servizi e studio avrà sapore di Te”.
Giorni di scoperta, familiarità e profumo di santità. Alla fine di questa gran bella avventura ci siamo chiesti consapevolmente o inconsapevolmente: “Come torneremo da questo pellegrinaggio?” risposta: “Signore, io che ho vissuto questo Campo, mi impegnerò perché non finisca, ma ricominci. Tornato a casa raccoglierò i suoi frutti, la mia quotidianità non sarà più la stessa, non potrà più esserlo perche mi hai stravolto il Cuore, hai riempito il mio calice così abbondantemente che trabocca e tutto ciò che vivrò d’ora in avanti: amicizie, amore, servizi e studio avrà sapore di Te”.
Matteo Sorrentino
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