Cari amici,
la Liturgia del giorno ci accompagna in questo nostro straordinario cammino quaresimale. Per tante ragioni sentiamo rivolte a noi le parole dell’Esodo: “Il popolo soffriva la sete per mancanza d’acqua” (Es 17,3).
Pensiamo a chi ha perso i propri cari; a chi li sa, forse soli, a soffrire e lottare contro la malattia; agli operatori della sanità, che vedono per il momento ancora troppo spesso frustrata la loro enorme fatica; a chi teme per il proprio lavoro. Pensiamo alla sete che abbiamo di poterci incontrare con i nostri amici o familiari, con i gesti quotidiani e semplici della fraternità.
Guardando alla realtà attuale, le parole di sfida del popolo d’Israele non suonano alle nostre orecchie inopportune e anche un po’ irritanti come quando le ascoltiamo nello scorrere abituale della nostra vita quotidiana: “Il Signore è in mezzo a noi o no?” (Es 17,7).
A tutto questo si aggiunge un’altra pena, inaspettata e inconsueta. Molti amici mi confidano infatti la sofferenza di non poter ricevere il Santissimo Sacramento, mitigata solo in parte dalla partecipazione alle celebrazioni liturgiche in rete. Diverse persone mi invitano a suggerire – e lo faccio molto volentieri – la preghiera per la comunione spirituale come modalità concreta per vivere l’Eucarestia come fondamento della nostra amicizia e comunione.
Lo sappiamo, il nostro è un Dio nascosto. Recitiamo nell’inno Adoro te devote, tanto caro a don Pietro:
In cruce latebat sola Deitas,
at hic latet simul et humanitas
[Hai nascosto in croce la Divinità,
ma qui (sull’altare) si cela anche la tua umanità].
É una sete che porterà frutti di bene, frutti di devozione e di amore all’Eucarestia e alla Santa Messa, frutti di fede e amore: “Egli chiese alla samaritana l’acqua da bere, per farle il grande dono della fede, e di questa fede ebbe sete così ardente da accendere in lei la fiamma del tuo amore” (dal Prefazio della III domenica di Quaresima).
Ora che la partecipazione fisica all’Eucarestia ci è impedita, ci rendiamo ben conto della meraviglia del dono di grazia cui possiamo accedere quotidianamente: è questa la situazione ordinaria di moltissimi nostri fratelli nella fede in ogni parte del mondo (pensiamo ad alcuni villaggi del Madagascar) coi quali oggi ci sentiamo oltremodo solidali.
Questa nostalgia di Gesù Eucarestia è una sete buona, che spero conserviamo una volta tornati a una situazione di normalità: “La voglia di Gesù è la voglia della vita, è la voglia dell’amore: avere il desiderio di Gesù, di bere questa misteriosa acqua di cui ha parlato Lui” (don Pietro).
É una sete che porterà frutti di bene, frutti di devozione e di amore all’Eucarestia e alla Santa Messa, frutti di fede e amore: “Egli chiese alla samaritana l’acqua da bere, per farle il grande dono della fede, e di questa fede ebbe sete così ardente da accendere in lei la fiamma del tuo amore” (dal Prefazio della III domenica di Quaresima).
Con questi sentimenti, sollecitato da cari amici, vi propongo una novena di preghiera a Maria Santissima, a partire da lunedì 16 fino alla solennità dell’Annunciazione. Nel Santo Rosario quotidiano chiederemo la forza per vivere questo momento, per chi è nella prova, e per attendere da Dio con fede viva e sicura speranza la gioia di poterci riaccostare presto alla Santa Eucarestia: Maria ci insegni a disporre i nostri cuori ad accogliere Gesù ogni volta, come lei ha fatto all’annuncio dell’angelo.
Vi invito infine, se non lo avete già fatto, ad ascoltare l’omelia odierna di don Luca Ferrari, che ci aiuta a leggere e a vivere con fede questo nostro tempo, e vi saluto con le sue parole che riempiono il cuore di speranza in un futuro che speriamo prossimo: “L’Eucarestia che celebreremo non sarà più la stessa di prima, sarà anticipo di paradiso”.
A presto!!
Marco