Anche quest’anno è stata proposta la veglia di preghiera per i malati, in memoria di quella notte del 20 febbraio, così significativa per la vita del servo di Dio, mons. Pietro Margini.
Leggiamo la preziosa testimonianza di Elena Maffei, infermiera presso il reparto di chirurgia oncologica di Reggio Emilia.
Pregare per i malati è, prima di tutto, pregare per noi stessi. Riconoscerci bisognosi, incapaci di amare e di salvarci con le nostre forze.
Questa consapevolezza non ci porta alla disperazione e allo scoraggiamento se abbiamo il coraggio di affidarci a un Dio che si fa carico delle nostre ferite. Gli ammalati vicino a Dio che ho conosciuto me lo hanno ricordato. Non c’è differenza tra te e me: entrambi siamo malati, entrambi abbiamo bisogno di guarigione.
Mio fratello Chicco (Cristian Maffei, ndr), dopo mesi di malattia, mi diceva che non avrebbe più voluto tornare indietro a come era prima. Non di certo per masochismo o perché non desiderasse la guarigione, ma per lo sguardo nuovo, sulla vita e su ogni cosa, che l’essere malato gli aveva donato.
Chiediamo a Dio di non lasciare inaridire il nostro cuore con il tempo che passa e con le prove della vita, ma di sapere rinnovare la nostra sete di Lui.
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