La diffusione del Covid ha impattato notevolmente la quotidianità di tutti. Una coppia di amici ci racconta di come, appena prima del lockdown di febbraio 2020, abbiano deciso di sposarsi…e sopratutto di come le settimane prima del matrimonio (dicembre 2020), nuove modalità di gestione della pandemia siano scese in campo. Scopriamo insieme a loro come in mezzo a continui colpi di scena la loro coppia abbia valorizzato l’essenzialità e abbia avuto un gioioso giorno del magico si.
5.12.20
Siamo Gabriele e Sofia, entrambi di anni 27. Ci siamo conosciuti 5 anni fa e da allora è iniziata la nostra avventura insieme. Sofia viene da Rivalta (Re) ed è un’insegnante di scuola dell’infanzia, mentre Gabriele da Sant’Ilario d’Enza (Re) e lavora come chimico. Cercheremo di condividere in poche righe il nostro percorso in preparazione al matrimonio, vissuto in un periodo molto delicato e complesso.
Scoprire che il nostro matrimonio si sarebbe svolto secondo modalità diverse da come lo avevamo pensato da sempre, come primo impatto ci ha lasciati sconvolti. Quando abbiamo stabilito la data del matrimonio (5 Dicembre 2020), quasi un anno prima, non avremmo potuto minimamente immaginare di doverlo riorganizzare più volte, togliendo il superfluo fino a giungere all’essenziale della nostra scelta.
Nel periodo in cui abbiamo scelto di sposarci, il 2 febbraio 2020, Gabriele non aveva ancora un lavoro. La nostra scelta ha posto le sue basi fin da subito nell’affidamento al Signore (Mt 6, 25-34), che ci aveva scelti e chiamati ad essere famiglia (il lavoro sarebbe arrivato qualche giorno dopo la nostra decisione, il 5 febbraio).
Scoprire che il nostro matrimonio si sarebbe svolto secondo modalità diverse da come lo avevamo pensato da sempre, come primo impatto ci ha lasciati sconvolti. Quando abbiamo stabilito la data del matrimonio (5 Dicembre 2020), quasi un anno prima, non avremmo potuto minimamente immaginare di doverlo riorganizzare più volte, togliendo il superfluo fino a giungere all’essenziale della nostra scelta.
Come tutti ben sapete, alcune settimane dopo, il 24 febbraio, è arrivata la notizia della chiusura delle scuole in tutta Italia, che sarebbe culminata con il lockdown totale il 7 marzo. Per questi motivi, unitamente al fatto di non poterci vedere per mesi, non abbiamo potuto comunicare ad amici e famiglie (almeno, non a tutti) la bella notizia come avevamo immaginato per tutta la vita. Probabilmente il Signore ci stava preparando ai cambi di programma frequenti che ci sarebbero stati di lì a poco, a tenere duro nella nostra scelta anche quando tutto sembrava andare nel “verso sbagliato”.
Da dove potevamo attingere la nostra felicità?
Tra mille rallentamenti, abbiamo iniziato a organizzare il nostro matrimonio, riprendendo lentamente fiducia. Purtroppo, nel mese di Ottobre, è arrivata la notizia che non avremmo potuto festeggiare con più di trenta persone tra amici e familiari, numero che in seguito è diventato zero. A ciò si è aggiunta l’impossibilità di spostarsi tra comuni, rendendo molto complessa la partecipazione di numerose persone care a noi. Cosa rimaneva del matrimonio festoso e partecipato che avevamo sempre immaginato e organizzato con fatica?
Nonostante un primo momento di smarrimento, non abbiamo pensato neanche per un attimo di rinunciare ad iniziare la nostra vita insieme: la chiamata del Signore a compiere la nostra vocazione era chiara e forte. Per noi non esistevano alternative.
E qui è risieduta la nostra felicità: nel compiere la volontà del Signore, realizzando la vocazione che Lui aveva pensato per noi, nonostante la mancanza dei festeggiamenti, le mille difficoltà organizzative, la fatica di alcune persone a capire a fondo la motivazione delle nostre scelte. In tutto questo, abbiamo trovato la nostra vera gioia e abbiamo sperimentato una sicurezza interiore che non è mai venuta meno, perché veniva distintamente da Dio.
E questa vicinanza di Dio ci ha accompagnati fino al giorno del matrimonio, rendendo la giornata piovosa del 5 dicembre una festa per noi, i nostri amici e famiglie, ricolma di ogni grazia e gioia. Ancora oggi, ripensando a quel giorno, non potremmo immaginarlo più bello e più felice, anche senza il contorno dei festeggiamenti come li avevamo pensati, proprio perché abbiamo potuto effettivamente vivere la gioia dell’essenzialità nella nostra chiamata, secondo la volontà di Dio.
È proprio questa l’esperienza che vorremmo condividere, che noi abbiamo vissuto nel giorno del nostro matrimonio: la gioia vera, la vera realizzazione della vita non dipende dai fatti di realtà intorno a noi, ma dal compiere o meno la volontà del Signore, in ogni circostanza.