Venticinque pannelli autoportanti in materiale leggero e resistente: così, hanno fatto ingresso nei locali della “Paggeria Arte” frontistante l’elegante Palazzo Ducale sassolese venticinque storie di giovani, che ci accompagnano in questi giorni interrogandoci nel profondo per come hanno affrontato la loro quotidianità, fino al momento più definitivo del loro passaggio nell’aldilà.
La Paggeria, che nel passato ha visto allenarsi la servitù del Duca Francesco II d’Este, alla quale venivano impartite qui le istruzioni necessarie per ricevere e servire alla sua corte, oggi accoglie le storie di chi anche ha servito offrendo la propria vita nelle circostanze che a loro si sono presentate per guadagnarsi la vita in un altro Regno, quello eterno.
…venticinque pannelli in materiale leggero, come quella leggerezza di chi, povero in spirito, non teme di affidarsi e confidare nel Padre Eterno.
…venticinque pannelli in materiale resistente, con quella robustezza di animo che dice di tutto il coraggio di cui un giovane sa essere capace, vivendo il momento presente in modo vero, in modo pieno.
Si tratta della mostra dei “Santi della porta accanto”, voluta e promossa dall’associazione Don Zili e dal Centro Culturale San Paolo, in collaborazione con il servizio nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI e della Azione Cattolica Ambrosiana, in profonda assonanza con l’Esortazione Apostolica “Gaudete et exultate” di Papa Francesco. Sostengono l’iniziativa l’Unità Pastorale di Sassuolo Centro e la Parrocchia di Fiorano Modenese, con il patrocinio delle rispettive Amministrazioni Comunali. Oltre a varie realtà associative presenti sul territorio, il Movimento Familiaris Consortio ed il Movimento Giovani in questi giorni stanno contribuendo all’iniziativa, accompagnando chi lo richiede nel conoscere più da vicino la mostra che sarà visitabile fino al 14 Dicembre.
Queste vite ci richiamano ad un fatto: è possibile cercare la santità “nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove (ognuno) si trova” (“Gaudete et Exultate”). E così in mezzo agli amici, su un campo da tennis, suonando il violino, navigando su internet, nelle normali occupazioni di una mamma: tutto ciò che facciamo può diffondere il profumo di Dio.
Restiamo ammirati dall’audacia di chi ha cercato lo sguardo di Dio nell’esercizio della delicata professione del magistrato, come per Rosario Livatino; di chi sin dalla tenera età si fa rapire dal mistero di amore racchiuso nell’Eucaristia, dando voce alla propria passione per l’informatica per raggiungere tutto il mondo; di chi riconosce nella malattia, improvvisa quanto dolorosa, una strada per continuare a vivere la felicità che sempre l’ha animata come per Chiara Luce Badano; o ancora di chi funzionario non accetta una tangente e paga con la propria vita per questo, come per Floribert Bwana Chui.
Stupisce quanto bene può fare il legame di amicizia tra Alberto Michelotti e Carlo Grisolia per vivere fruttuosamente la propria vocazione di giovani impegnati nella loro città, ricordandoci che “nessuno si salva da solo, come individuo isolato ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana” (Gaudete et exultate). Accresce la nostra fede riconoscere che quel legame terreno possa oltrepassare la morte, chiamandoci ad una intima comunione con coloro che già sono giunti al cospetto di Dio.
A ben vedere, la santità continua ad affascinare anche oggi. Se è vero che le nostre orecchie ed i nostri occhi sono stracolmi di un’idea di perfezione e di felicità che richiamano il bisogno di eccellere offuscando ogni orizzonte, questi testimoni di vita e di fede ci dicono che c’è qualcosa di più profondo nel quale trovar il senso pieno della propria esistenza: un intimo dialogo con Dio è reso tangibile in questi giovani, che a Lui hanno saputo fidarsi ed affidarsi senza paura.
Maria Pagano