
Cantate tutti, con tutto il cuore
Don Pietro Margini
Nel corso degli anni, le parole e i pensieri di don Pietro Margini hanno ispirato e dato vita a moltissimi canti, che hanno animato le liturgie di matrimoni, battesimi e di numerose altre occasioni speciali. Dall’impegno di alcuni amici ne nasce la raccolta, che verrà resa disponibile anche su questo sito.
Il servizio liturgico della musica e del canto
“… cantate tutti con tutto il cuore” (don Pietro Margini)
Uno dei punti focali dell’anno liturgico erano per don Pietro, i ritiri spirituali che venivano da lui predicati
all’inizio dei cosiddetti “tempi forti”: Avvento e Quaresima. Il ritiro iniziava con le lodi alle 8,15 seguite dalla santa Messa e omelia, poi tre meditazioni, una al mattino e due pomeridiane; la giornata si concludeva infine con il canto dei vespri.
Fu proprio durante una pausa di riflessione di un ritiro di Quaresima (1983), che, prendendo ispirazione dal capitolo 53 del profeta Isaia, venne composto L’Uomo dei dolori, un brano che don Pietro ci consigliò di iniziare a cantare nel tempo di Passione.
Il canto presenta la figura di Gesù Servo in tutta la sua drammaticità: Lui, “il più bello tra i figli dell’uomo”, era così sfigurato “da non parere più d’uomo il suo aspetto”. Questo canto vuole generare il clima che prepara ogni anima ad accogliere, con il cuore spalancato, il dono della Redenzione.
L’accompagnamento musicale alle strofe sottolinea questa drammaticità; frasi brevi, incisive, una melodia ripetuta, quasi monotona, come a ricordare i colpi ricevuti da Gesù, gli schiaffi, le offese, le frustate.
Nel ritornello invece la melodia si “apre” (il cuore spalancato) alla Speranza. La nostra condizione era quella di un gregge sperduto e senza guida, una condizione che porta ad essere facile preda delle tentazioni e del male, ma “Egli prese sul suo corpo le nostre iniquità… era l’Uomo dei dolori la salvezza ci portò”.
Nel cuore del brano ci sono poi le parole di Dio che glorifica il Suo Servo e per dare risalto e onore alla voce del Padre, il canto a una sola voce si trasforma in polifonia e l’accompagnamento musicale diventa orchestrale.
Il canto si conclude con un lungo assolo di chitarra, assolo che vuole significare il lamento, il pianto dell’umanità che geme sotto la croce; è il nostro pianto davanti a Gesù crocifisso.
Questa nuova versione è particolarmente ricca di suoni e strumenti, ma naturalmente per l’esecuzione nelle liturgie un organo e una chitarra possono bastare.
Il video che accompagna il canto suggerisce come le sofferenze patite da Gesù continuano a ripetersi anche oggi nella storia dell’umanità.
Bruno e Jolanda
(Comunità della Beata Vergine Assunta al cielo)
testo tratto da Isaia cap 53 – musica Bruno Palmia
basso e chitarre: Tommaso Beltrami
tastiere e batteria: Giovanni Maria Palmia
voce solista e cori: Ivanna Bertolini, Silvia Incerti, Michele Nobile, Giovanni Maria Palmia
cori: Marianna Perilli, Chiara Villani, Piero Pericolo, Giovanni Greppi, Luca Picchi.
Registrazione, mix e mastering presso lo studio RITMO ALFA Sant’Ilario d’Enza, aprile 2025
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