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COVID: Cambiano le regole, aumenta la fantasia…dello Spirito Santo!

QUESTO MOMENTO DI PANDEMIA, CON LA GESTIONE DEL SUO CONTENIMENTO, CI SUGGERISCE NUOVE STRADE PER IL CAMMINO COMUNITARIO. CIASCUNA PICCOLA COMUNITA’ DI FAMIGLIE CHE LO DESIDERI, PUO’ CONDIVIDERE LE PROPRIE MODALITA’ DI CAMMINO. A SEGUIRE LA RIFLESSIONE DEGLI AMICI “MADRE DI MISERICORDIA”

C’era una volta la “zona gialla”… Capite le regole, ci avevamo preso dimestichezza. Le mamme in maternità, stavano entrando in una piacevole routine, fatta di pranzi infrasettimanali, chiacchiere insieme ai neonati. Ci piaceva. I mariti avevano elaborato la loro controproposta: cena presto, in casa; così alle 22.03 sentivamo la macchina parcheggiare nel viottolo: il coprifuoco è rispettato. Volevamo vederci con il nostro assistente spirituale, per mantenere vivo il confronto: è possibile incontrare don Gigi rispettando un coprifuoco? Ebbene sì, e il dialogo è come sempre fecondo. “Vi ricordo che la comunione non è un frutto umano ma dello Spirito Santo, non perdete di vista da dove nasce la vostra chiamata e il fine del vostro camminare. Tanto di questa comunione, la costruite nella preghiera. Cercate di vivere l’attenzione e la cura del sapere che siamo uniti anche a distanza, tenete al centro la preghiera! Nella preghiera si entra molto in comunione: si apre uno sguardo diverso sull’altro e si entra nel suo cuore.”

E così, a distanza di una settimana da questo incontro, entriamo in “zona arancione”: nuove regole da capire e da fare nostre. L’ultimo incontro in presenza lo dedichiamo proprio a questo: un’ora di adorazione, divisi a gruppi perché sia un tempo di qualità e perché i figli rimangano a casa, al caldo, liberi di giocare e di litigare. Entrati ufficialmente in “zona arancione”, dobbiamo adattarci a nuovi limiti imposti e cercare nuove strategie: le nostre dinamiche vengono smosse, dobbiamo ingegnarci con creatività per tenere vive le nostre relazioni. Elaboriamo la proposta di un gemellaggio tra famiglie, per avere più cura dei rapporti, per tenerci vicini com’è possibile. La nostra comunità è così assortita: due famiglie di S. Ilario che possono continuare a vedersi, una famiglia di Albinea e una di Reggio, che troveranno il modo di vivere con fantasia questa vicinanza.

“Vi ricordo che la comunione non è un frutto umano ma dello Spirito Santo, non perdete di vista da dove nasce la vostra chiamata e il fine del vostro camminare. Tanto di questa comunione, la costruite nella preghiera. Cercate di vivere l’attenzione e la cura del sapere che siamo uniti anche a distanza, tenete al centro la preghiera! Nella preghiera si entra molto in comunione: si apre uno sguardo diverso sull’altro e si entra nel suo cuore.”

Questo tempo è per noi tanto strano quanto speciale: le scorse settimane avuto l’opportunità di celebrare il battesimo di uno dei nostri figli. Condividere il sacramento in queste circostanze, ci ha permesso di concentrarci sull’essenziale, distogliendo forzatamente lo sguardo a tutto ciò che normalmente fa da cornice a questa gioia. Ci apprestiamo ora a condividere il tempo di avvento con l’intendo di portare i nostri amici nella preghiera. Ancora non abbiamo fatto gli esercizi spirituali, in programma per l’immacolata (e chissà se riusciremo a farli), ma vorremmo cominciare a vivere e fare nostro il tema dell’anno: l’Eucarestia. Riconosciamo la fatica per noi, giovani famiglie, nel partecipare alla messa quotidiana, tanto più ora, dove le “norme covid” entrano anche nelle nostre celebrazioni e scoraggiano la leggerezza di partecipare con figli piccoli. Ci impegniamo allora, sulla testimonianza di amici di altre comunità, perché un membro della comunità partecipi quotidianamente alla messa, portando tutta la comunità e le intenzioni degli amici.

Essere comunità è sempre una sfida avvincente, essere movimento è sempre una bella ricchezza.

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