Questo momento di pandemia, con la gestione del suo contenimento, ci suggerisce nuove strade per il cammino comunitario delineato da don Margini. Ciascuna piccola comunità di famiglie che lo desideri può condividere le proprie modalità di cammino. A seguire la riflessione degli “Amici di San Filippo Neri”
Un anno, ormai già ampiamente compiuto e non certamente festeggiato, in cui realmente abbiamo dovuto tutti, nessuno escluso, fronteggiare accadimenti, eventi, situazioni, circostanze che nemmeno lontanamente avremmo mai immaginato possibili; di più: credo che neppure i più visionari autori di fantascienza siano mai stati capaci di prefigurare scenari in grado di descrivere almeno i contorni più concreti e sensibili di ciò che questa pandemia ha potuto suscitare nel tessuto umano, sociale, politico, religioso … insomma nell’intimo più profondo dell’uomo.
Se questo è vero, non possiamo allora stupirci più di tanto se anche il nostro essere comunità ha dovuto fare i conti con simili stravolgimenti. Non è stato facile rimanere in contatto, a distanza, con connessioni difficoltose, momenti di scoramento, tra una quarantena, una zona rossa, arancione, gialla e la luce ancora troppo lontana di una zona bianca.
Infatti, proprio laddove avevamo ancorato una qualche piccola certezza per la nostra vita – di famiglia, di fede, di relazione – associandola, legandola e scommettendoci sopra anche una buona posta alla comunione, al servizio ecc. la pandemia ha opposto con forza sorprendente una nutrita … contraerea !!!
E così il lockdown, il distanziamento sociale, (termini così sfacciatamente disumani quasi a voler sopire la più piccola fiammella di speranza) l’isolamento più o meno imposto hanno pian piano cominciato a scavare discrete quanto insidiose trincee, vere e proprie trappole psicologiche. In fondo, lo sappiamo, l’uomo è straordinariamente abile, in grado di conformarsi anche rapidamente a contesti nuovi, a scenari ancora del tutto inesplorati – certo dovendo pagare prezzi, evidenti o occulti, anche salati – ma alla fine …
Ma a questa fine non abbiamo voluto arrenderci! A quella posta non abbiamo – e non vogliamo – rinunciare. A quelle certezze non desideriamo affatto abdicare! Abbiamo scelto perciò di stringerci attorno a ciò che davvero ci è sembrata, fin da subito, l’unica opzione davvero efficace per tenerci insieme e che nient’altro sembrava poter garantire: la preghiera.
Insieme. Come si può e come ci è consentito.
Anzitutto, la preghiera del Santo Rosario in videochiamata. In alcuni periodi quotidiana, in altri momenti settimanale, ma sempre costante, desiderata, appuntamento atteso nella giornata e nella settimana. Abbiamo coinvolto anche altri amici esterni alla comunità, perché questo bel momento fosse condiviso e non tenuto solo per noi; le cose belle vanno condivise, soprattutto quando di cose belle non ce ne sono tante!
Ma a questa fine non abbiamo voluto arrenderci! A quella posta non abbiamo – e non vogliamo – rinunciare. A quelle certezze non desideriamo affatto abdicare! Abbiamo scelto perciò di stringerci attorno a ciò che davvero ci è sembrata, fin da subito, l’unica opzione davvero efficace per tenerci insieme e che nient’altro sembrava poter garantire: la preghiera.
Insieme. Come si può e come ci è consentito.
Poi la preghiera delle lodi, che eravamo soliti recitare insieme la domenica mattina, abbiamo continuato a pregarle in videochiamata.
In questa Quaresima ci siamo dati un ulteriore appuntamento settimanale online, seguendo il sussidio proposto dagli amici della Piccola Comunità Magnificat – che ringraziamo per la consueta effervescente vitalità – spunto utilissimo per una piccola riflessione comunitaria.
Abbiamo poi accolto con molta gioia la possibilità che ci ha offerto il nostro Parroco di pregare in presenza la Via Crucis al venerdì in Parrocchia oltre alle lodi quotidiane in quest’ultimo scorcio di Quaresima.
Non abbiamo però neppure voluto trascurare ogni diversa possibile occasione di prossimità fisica, tangibile – fosse anche parziale, limitata per ovvie ragioni.
Ad esempio, gli artisti della comunità si occupano in questa Quaresima dell’addobbo settimanale della Chiesa di Ospizio interpretando in chiave appunto artistica il Vangelo della Domenica – con esiti davvero felicissimi (ndr) .
I pensionati invece sfruttano una qualche maggiore disponibilità di tempo per stimolare l’appetito serale con una qualche escursione in mountain bike (rigorosamente elettriche, ma questo particolare si può anche omettere!)
Le catechiste, coriste, cuoche spendendo le proprie competenze nelle forme e nelle modalità più adatte e opportune.
Insomma, il Covid non è stato e non è certamente un mostro cinematografico, al contrario, è fin troppo evidentemente reale, invasivo e drammaticamente presente nella nostra vita ma ad esso vogliamo in tutta semplicità e docilità d’animo fare nostra l’espressione del Salmo: Signore degli eserciti, beato l’uomo che in Te confida.