Don Pietro Margini muore a Sant’Ilario d’Enza, dove ha esercitato il suo ministero dal 1960, la mattina dell’8 gennaio 1990. Il 12 novembre del 1989 aveva celebrato la sua ultima messa nella chiesa parrocchiale e dal quel momento si ritira nelle proprie stanze, assistito da alcuni medici e dai suoi famigliari.
L’8 gennaio è una rigida mattina d’inverno e la notizia della morte di don Pietro è accompagnata da una tenue nevicata; una commovente poesia, composta per l’occasione dall’assistente parrocchiale don Lorenzo Casini, immagina che l’anima di don Pietro salga al cielo e si confonda con la neve che cade.
Il corpo di don Pietro, rivestito dei paramenti sacri, dapprima esposto nella canonica dove ha abitato per 30 anni e successivamente spostato in chiesa, diventa meta di un’incessante pellegrinaggio da parte dei suoi figli spirituali.
La messa di esequie viene celebrata il 10 gennaio nella palestra parrocchiale che a malapena riesce a contenere le centinaia di persone commosse e addolorate, che hanno voluto salutare per l’ultima volta il “loro” don Pietro.
Il feretro, portato a spalla dai suoi figli spirituali fino al cimitero locale, viene sepolto nella tomba di famiglia che già ospita i suoi genitori; con il passare degli anni verranno tumulati con lui anche la sorella Teresa e il cognato Enzo, che per tutto il tempo della permanenza di don Pietro a Sant’Ilario ne hanno condiviso la vita e l’apostolato.
L’8 gennaio è celebrato ogni anno dal Movimento Familiaris Consortio in modo solenne: per tutto il giorno la tomba è meta di un pellegrinaggio senza sosta, accompagnato dalla recita continuata del Santo Rosario. La giornata si chiude con la Celebrazione Eucaristica alla quale partecipa una folla ogni anno sempre più numerosa: sono le persone che lo hanno conosciuto e quelli che, pur non avendolo mai incontrato di persona, sono rimasti affascinati dalla sua proposta forte, esigente ed entusiasmante.