Dal 31 Ottobre al 3 Novembre per il Movimento Giovani si sono svolti gli esercizi spirituali, che hanno coinvolto i ragazzi a partire dalla IV superiore fino ai giovani lavoratori. Gli esercizi di quest’anno erano curati da don Gigi Lodesani, don Paolo Ferrari e don Simone Bartolini che seguivano due gruppi di età differenti.
Fin da subito siamo stati introdotti al silenzio, mezzo privilegiato per renderci disponibili all’ascolto di Dio. Il filo conduttore del corso è stato la Trasfigurazione di Gesù; in particolare si è riflettuto sul significato di questo mistero nella vita dei tre apostoli presenti sul Tabor, nei quali siamo stati chiamati a immedesimarci.
Il silenzio e le parole dei sacerdoti ci hanno guidato nel considerare quali sono stati i momenti in cui il Signore si è manifestato in modo mirabile nella nostra vita e come attraverso di essi Lui ci abbia parlato della Sua volontà. Nel silenzio siamo potuti uscire da una dimensione frenetica del tempo, abbiamo potuto curare la preghiera, ascoltare e affidare a Dio i nostri desideri, paure, dubbi e difficoltà. A metà del corso c’è stata una catechesi tenuta da don Simone Franceschini che ha parlato di vocazione e di missione a partire dall’iconografia della Trasfigurazione, passando per alcune testimonianze dal Madagascar e concludendo con un grande invito ad essere docili alla volontà di Dio.
Come coppia, abbiamo deciso di partecipare agli esercizi spirituali perché riconosciamo che è un grande dono avere quest’occasione per riordinare la propria quotidianità e la propria vita in modo tale che ci sia al centro Gesù. È stato bello poter respirare questo clima di grazia che aleggiava intorno a noi: una disponibilità insolita e sicuramente rara da trovare in un gruppo di tanti giovani di diverse età e provenienze. Possiamo testimoniare di avere toccato con mano quest’atmosfera.
Tornati a casa, ci ha stupito che cercassimo ancora quella disponibilità all’ascolto di quei giorni; abbiamo fatto fatica a mantenere quel clima, ma poi, appena terminato, ne abbiamo sentito subito la mancanza.
Concludiamo condividendo l’augurio che ci è stato rivolto durante gli esercizi: scendere dal Tabor portando la luce di Gesù nella via in cui ci chiama.
Marco e Silvia
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