Un patrimonio di energie – Omelia don Pietro Margini

Omelia IV Domenica Tempo Ordinario

Un patrimonio di energie

Dt 18, 15-20; 1 Cor 7,32-35; Mc 1, 21-28

“Comanda agli spiriti immondi e gli obbediscono” (Mc 1, 27). Perché il Signore ha fatto questi miracoli? Era venuto per questo, per insegnarci che l’uomo deve liberarsi dalla pesante schiavitù del peccato, perché, dice la Scrittura, che chi fa peccato diventa schiavo del peccato. L’umanità geme quando si abbandona al peccato, l’umanità diventa allora succube degli spiriti del male. La tristezza del peccatore: invece di essere nella libertà dei figli di Dio, invece di essere guidato dallo Spirito Santo di amore, è guidato dalle proprie passioni, è guidato dallo spirito del male. E tutto è tempesta e tutto è torbido e i valori dell’uomo sono completamente sovvertiti. E’ tristissima la condizione del peccatore e Gesù è venuto per ridarci la libertà, è venuto perché con Lui possiamo vincere il male, che è in noi e che è attorno a noi.

Ecco perché essere veri cristiani è gioire con Cristo, è porci nel suo mistero, mistero di morte e di crocifissione: crocefiggere le nostre cattive inclinazioni e partecipare con Lui alla risurrezione. E’ così. Ognuno di noi partecipa a questa gigantesca lotta tra il bene e il male; ognuno di noi è responsabile nel suo piccolo mondo, è responsabile e, se si lascia guidare dalla parola del Signore, è salvo e le grandi potenze delle tenebre nulla possono contro di Lui. E’ proprio così. Gesù continua la sua opera di liberazione, Gesù è in mezzo a noi, Gesù ripete ancora: “Taci, esci da quell’uomo!” (Mc 1, 25). La paura, quella tremenda paura che ci può prendere quando ci sentiamo inermi di fronte allo scatenarsi del male, del male individuale, del male organizzato, del male sociale, dà luogo a una confidenza totale: la confidenza nel Cuore di Gesù che non ci lascia mai soli, è sempre con noi.

Lo vedete: quanta umiltà, quanto distacco, quanto sacrificio, quanto zelo per la gloria di Dio nella sua vita! Un sacerdote che si è dato tutto, che si è logorato giorno per giorno, offrendo, come una lampada che si consuma, tutto il patrimonio delle sue energie.

E il discorso, lo sappiamo bene, si snoda e si chiarifica ancora quando pensiamo alla Chiesa, che è la continuazione di Cristo, quando pensiamo a tutta la privilegiata presenza di Gesù nella Chiesa. E’ nella Chiesa dove troviamo la nostra vera sicurezza, dove tocchiamo la presenza di Gesù e la tocchiamo particolarmente nei suoi Santi, suscitati dal Cuore di Gesù per nostro conforto, per nostra guida, perché è nei santi che vediamo l’immagine sensibile di Gesù.

E celebriamo san Giovanni Bosco, oggi, proprio come l’immagine di Gesù. In un momento storico così caratterizzato dallo scandalo alla gioventù, in un momento storico nel quale le forze del male vogliono ghermire soprattutto i giovani, guardiamo san Giovanni Bosco come il vero nostro aiuto, il grande nostro protettore. Nella vita di san Giovanni Bosco troviamo frequenti ed eloquenti i momenti di lotta contro il maligno, contro tutte le forze del male. In tutte le maniere il demonio ha cercato di scalzare e di distruggere l’opera di questo santo. Infinite sono state le tribolazioni che ha subito. E ha vinto, e ha vinto con la sua grandiosa fede, con il suo abbandono al Signore, con la sua pazienza e con la sua umiltà. Ha amato Dio e in Lui ha amato i ragazzi e i giovani, perché li ha sentiti e li ha visti come i prediletti di Gesù.

San Giovanni Bosco è allora il nostro esempio, è allora la nostra giuda per questa grande opera della preservazione e della cura di chi sboccia alla vita.  Quanta devozione si deve esprimere dal nostro cuore! Quanto studio di quello che Lui ha fatto, di quello che Lui ha detto, di come ha saputo vincere il demonio in ogni occasione! Lo vedete: quanta umiltà, quanto distacco, quanto sacrificio, quanto zelo per la gloria di Dio nella sua vita! Un sacerdote che si è dato tutto, che si è logorato giorno per giorno, offrendo, come una lampada che si consuma, tutto il patrimonio delle sue energie. Teniamo allora al suo spirito, teniamo al suo stile, teniamo a quell’amore che lo ha mosso.

E il nostro Oratorio e i nostri giovani guardino sempre a lui, sempre a lui si richiamino. Siano prudenti come ha insegnato lui: prudenti per essere puri, prudenti per essere forti, prudenti per essere saggi. Non si compromettano, non scendano a patti, non indugino, perché cadrebbero. Seguano delle linee ben precise e ben forti che lui, nello spirito evangelico, ci ha trasmesso. Sentano che la forza non è se non nel Signore, che la vita è bella solo se vive di ideali. Sentano che bisogna essere sempre nella gioia e questo è possibile se fuggono il peccato, se fuggono la tristezza della rinuncia alla grazia di Dio.  Vivano così, nel santo timore del Signore, perché la cosa che vale di più, l’unica cosa che vale è salvare l’anima, salvare l’anima per poter amare Dio, per potere amare i fratelli, per potere così rendere preziosa l’esistenza anche e soprattutto per l’eternità.

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