E’ RISORTO!
Rm 6, 3-11; Mc 16, 1-8
OMELIA VEGLIA PASQUALE DI don Pietro Margini (1917-1990),18 Aprile 1976
È risorto. Un fatto non dunque una teoria, un complesso di principi sta al cuore della nostra fede, un fatto: Gesù, il crocefisso è risorto. Qui sta tutto, sta l’approvazione del Padre. Il Padre celeste ha accolto l’immolazione salvifica del suo Figlio, l’ha accolta perché l’ha risuscitato, Gesù entra nella pienezza della sua gloria. Il dolore di ieri è il trionfo di oggi, l’amarezza terribile della Passione diventa la sorgente di tutta la gioia di lui e di tutti coloro che si uniscono a lui. Risorto! Per sempre! Il Signore del cielo e della terra, padrone della storia è lui, che ha in mano i destini di tutti i popoli e di tutti gli individui, è lui. Stava profetizzato, è il Salmo che noi cantiamo tutte le domeniche, il Salmo della sua regalità: “Dice il Signore: io ti ho costituito re. Sotto di te saranno tutti, tutti come uno sgabello per i piedi” (cfr. Sal 110). Lui il Signore non ha più paura; nell’orto degli ulivi tremava, nell’orto degli ulivi era nell’angoscia più terribile, ma ha accettato la volontà del Padre. Ora davanti a lui tutti, anche i nemici, anche coloro che lo bestemmiano, anche coloro che quotidianamente ancora adesso lo perseguitano, anche coloro che lo perseguitano nelle membra della sua Chiesa. Tutti. La nostra fede deve dunque cogliere questo primo aspetto della risurrezione: la grandezza del Cristo Signore, la sua grande meravigliosa regalità; la nostra fede deve avere con precisione questo aspetto, è una dimensione necessaria. Troppe volte siamo dubbiosi, siamo incerti, siamo paurosi, molte volte di fronte all’affermarsi del materialismo e dei principi che negano ogni trascendenza, troppe volte dico, si oscilla. Troppe volte si diventa dei timidi, quasi che il Signore non fosse lui che guida tutto, che guida il tempo e guida le cose, che si svolgono nel tempo. Anche il peccato lui adopera per la sua gloria, anche le cose più terribili, che lacerano questo nostro povero mondo, tutte le sa condurre per un trionfo di gloria. Dove sono i cristiani che hanno paura? Dove sono, quando il cristiano, morto con Cristo, è risuscitato con lui? Non è forse vero che in questa notte, notte di Battesimo, il mistero della luce che fuga le tenebre è ricchissimo di significato? La luce fuga le tenebre, Cristo fuga l’errore, lo fa fuggire perché è lui la verità, è lui il grande amore dell’universo, è lui.
Nella verità e nell’amore tutto si vince.
Ecco, rassodare la nostra fede, essere sicuri che chi vince è il bene. Il male fa molto chiasso, il male fa molta, troppa, continua propaganda, ma il male è destinato ad essere sconfitto. Cristo Signore è con noi, Cristo Signore è unito a noi. Cristo tiene così vicino a sé la sua Chiesa, come uno tiene alle membra del suo corpo. Cristo è con noi, è sempre con noi. Risuscitato non è assente, non è un morto; dei morti si ha un ricordo, ma noi di Cristo abbiamo la presenza forte e incredibilmente efficace. Abbiamo la presenza del Signore con noi.
Ecco il secondo sentimento, la confidenza, quella confidenza che dice: tu devi pregare, tu ti devi unire al Signore e poi, e poi non guardare mai le cose e gli eventi con un senso di pessimismo. Prega, è la tua disponibilità; lascia che il Signore agisca in te e agisca attraverso di te, va’ avanti. Ecco la confidenza piena, ecco la sicurezza e per questa sicurezza il nostro impegno, l’impegno ad essere dei risuscitati, non dunque in qualche maniera religiosi, dei risuscitati con tutta la vivacità della nostra vita, dei risuscitati. Avendo partecipato alla resurrezione del Signore, noi non dobbiamo più tornare al peccato, non dobbiamo più patteggiare col male, noi dobbiamo rinnovare la nostra vita. La nostra vita deve avere questo lievito, la nostra vitalità deve avere questa linfa, la nostra opera di ogni giorno deve sempre dipendere da lui. Vita nuova, vita da veri cristiani, vita da cristiani che hanno capito la grazia del loro Battesimo. Vita nuova, vita grande, vita impegnata. Un cristiano deve operare, deve operare per sé, deve operare per i fratelli, deve operare per la propria pace del cuore, deve operare per la pace dell’universo. Il mondo ha bisogno di Cristo, solo di Cristo; il mondo ha bisogno di ritornare ai valori della fede. Il compito del cristiano è di evangelizzare, di evangelizzare curando tutte le cose, che conducono a una promozione umana. Evangelizzare con umiltà, perché si porta una grande cosa, evangelizzare con perseveranza, sempre. Sia questa Pasqua dunque per noi un motivo grande di riflessione, un motivo grande di rinnovamento, sia questa nostra Pasqua un motivo per unirci di più tra di noi, per sentirci più Chiesa unita a Gesù risorto e per essere, così, sempre degni del Battesimo che abbiamo ricevuto, del nome che pur indegnamente noi portiamo.