Pensare secondo Dio. Omelia di don Benedetto Usai

Omelia XXIV Domenica del Tempo Ordinario, anno B

12 settembre 2021 Omelia di don Benedetto Usai

Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Pensare secondo Dio, questa è la vita di Gesù, ed è anche la nostra che di Lui vive con Lui si edifica. Il rimprovero di Gesù a san Pietro, il più duro che il Vangelo ci consegna, ha una portata universale che travalica la vita del santo in questione e si rivolge anche ad ognuno di noi. Siamo infatti infarciti di idee nostre e di pensieri che albergano nel nostro cuore senza prima averli confrontati con quelli di Gesù e della sua Chiesa. Pensiamo spesso di avere ragione, e a questa diamo corpo adducendo motivazioni incontestabili, che non fanno altro che alimentare il nostro bisogno di saperci importanti, considerati, riconosciuti. Ma non è questo quello che il Signore desidera per noi? Si, è assolutamente questo, ma con un’altra prospettiva. Il Signore non è mai banale, conosce il nostro cuore, e sa’ bene qual’e’ la strada da percorrere per essere felici: vuoi salvare la tua vita? Certo, chi non lo vorrebbe…perdila!

Arrenditi alla mia Misericordia, lasciati amare nelle tue miserie, riconsegnarmi quello che è effettivamente tuo.

La croce che permetto che tu porti, non è una condanna inesorabile all’infelicita’, è la strada maestra per ritrovare te, Me e i tuoi fratelli. Sii umile, impara da Me, e troverai Pace. Il Signore non solo ha preso la sua Croce, ci è salito sopra, perché nessuno si sentisse solo nel portarla. Lo ha fatto e continua a farlo con una coscienza vitale, frutto della sua Unità con il Padre, che con insistenza continua ad offrici con la sua Vita …

‘Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso’.

La nostra miseria spesso ci confonde, ma non possiamo eluderla, piuttosto abbracciarla: senza giustificarla, ma consegnandola con umiltà a Colui che può ridarci vita, perserverando nella sua fedeltà, con la certezza da Lui saremo sempre assistiti.

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