Omelia XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Accompagnati dalle parole di don Pietro Margini (1917-1990), per vivere con frutto questo tempo prezioso.
Nm 11, 25-29; Gc 5, 1-6; Mc 9,38-43. 45.48.
“Se il tuo occhio ti scandalizza cavalo”.
Dobbiamo meditare a lungo sulle esigenze supreme del Regno di Dio. Dio è l’Assoluto e va servito in un modo totale; è assoluto e il suo amore ha delle esigenze assolute. Dio ci ama troppo per permettere che noi ci contaminiamo con il male, che noi abbiamo un servizio saltuario e capriccioso. Dio ci ama troppo.
Noi dobbiamo pensare a questo amore che vuole la nostra santità a tutti i costi! A tutti i costi ci vuole grandi! E, perché siamo così, dice parole meravigliose di bontà, ma pronuncia anche parole terribili: “Per non essere buttato nella Geenna”, cioè nel luogo dei rifiuti dove arde un fuoco che non si estingue e dove c’è un verme che non muore.
Il Signore ci presenta l’Inferno come una realtà autentica, un’ipotesi che ad ognuno di noi deve dare i brividi, perché sostanzialmente l’Inferno è la privazione dell’amore, è stare sempre lontano da Dio che è l’Amore che beatifica, l’Amore che salva, l’Amore che ci unisce tutti, l’Amore nel quale tutti gli uomini possono trovare il loro punto finale di gloria.
La tentazione insiste sempre contro questo principio di totalità, per cui c’è chi cade nella tentazione dell’invidia (è la prima lettura), c’è chi cade nell’insidia dell’attaccamento ai beni di questa terra che vengono così idolatrati (è la seconda lettura).
La tentazione si presenta molto insidiosa, perché con facilità noi siamo portati a disperderci, a non tenere la linea retta, ad andare avanti così, a linea spezzata, faticosamente.
Noi dobbiamo proporre un amore fedele.
La Chiesa non è forse un popolo radunato attorno all’Eucaristia? È l’Eucaristia che dà la dimensione contemplativa alla Chiesa, dà alla Chiesa l’invito alla preghiera e alla priorità del servizio di Dio. è l’Eucaristia, centro della Chiesa, che ci unisce e ci fa capire il bene, che è nei nostri fratelli, e ci fa capire il nostro dovere di solidarietà, il nostro dovere di servizio e di umiltà.
Attorno all’Eucaristia, dove si celebra il sacrificio del Corpo e del Sangue del Signore, dobbiamo sentirci continuamente spronati, sferzati nella nostra indolenza, nella nostra neghittosità.
L’Eucaristia, che celebriamo ogni domenica, dev’essere quella che ci invita con una voce potente, quella da noi ascoltata.
Il Signore è sempre lì, è sempre lì per noi. Siamo noi, sordi e muti, che non accogliamo il suo invito, l’ostensione della sua misericordia, perché l’Eucaristia ci parla di misericordia, di amore, di sacrificio, di generosità e ci parla ancora di gioia, di fraternità, di umiltà. È l’Eucaristia il nostro centro, al quale dobbiamo tendere continuamente.
Ecco il nostro proposito: il proposito di essere non solo degli adoratori dell’Eucaristia, ma di essere dei veri imitatori di Gesù, che si offre nell’amore per tutti, che costruisce nell’amore il Regno di Dio.