Omelia XXI Domenica del Tempo Ordinario. Accompagnati dalle parole di don Pietro Margini (1917-1990), per vivere con frutto questo tempo prezioso.
Is 66, 18-21; Sal 116; Eb 12, 5-7.11-13; Lc 13, 22-30
È meravigliosa la bontà del Signore, vuole tutti salvi! Vuole salvi anche i grandi peccatori perché il Signore è Padre e un Padre infinitamente buono. Dovremmo contemplare molto a lungo questa bontà del Signore perché la vediamo ogni giorno. C’è chi bestemmia continuamente, chi offende tutte le leggi del Signore, straccia tutte le cose anche le più sacrosante, e Dio continua a beneficare: continua a beneficare con il suo sole e la sua pioggia, con la sua provvidenza di ogni momento, con i suoi inviti a tornare a Lui.
Quanto è buono il Signore!
Ma l’ammonizione che ci dà Gesù è di non abusare di questa bontà. Particolarmente il discorso si volge a quelli che hanno ricevuto luce, si rivolge particolarmente a noi che abbiamo tanta ricchezza di grazia. Non abusare della bontà del Signore, non allontanarci approfittando di quello che Lui continua a elargirci perché il discorso della salvezza della nostra anima è un discorso che dobbiamo sempre trattare e avere davanti.
Le sue parole – “Sforzatevi di entrare per la porta stretta” – vogliono dire che noi dobbiamo accettare con spirito di fede tutto il Vangelo, non solo una parte del Vangelo, non quello che non disturba i nostri comodi. Dobbiamo accettarlo tutto, accettarlo e viverlo perché noi cristiani dobbiamo presentare al mondo una testimonianza e un esempio. Quando un cristiano dà cattivo esempio, dà scandalo, è tremendamente responsabile. Un cristiano, proprio perché professa, è posto in alto e tutti l’osservano e se avviene ciò che non deve avvenire, è motivo per gli altri di dire: “Ma allora facciamo meglio noi!”.
“Sforzatevi di entrare”. Dobbiamo mettere a posto la nostra coscienza ed essere sempre più logici e coerenti ricordando che, come si semina, così si miete. Le giornate passano via rapidamente ma questo tempo di semina porta frutti che possono essere definitivi! Il pensiero di essere noi a sentire quelle parole: “Allontanatevi da me, non so chi siete!”. “Ma Signore, noi siamo stati nella tua Chiesa… Ma Signore, noi abbiamo professato…”. “Allontanatevi da me!”.
Ecco, la nostra responsabilità: essere buoni per la nostra salvezza, essere buoni per la testimonianza agli altri, essere buoni non in qualche maniera ma in una maniera piena: essere buoni e migliorare sempre noi stessi e correggere i nostri difetti, e vincere le nostre pigrizie, e vincere le nostre passioni, le nostre impazienze, le nostre cattiverie. Vincere noi stessi per il bene nostro e per il bene di tutti, vincere le nostre passioni per entrare nella vera pace del Signore e per meritarci la sua approvazione.
Cerchiamo la volontà di Dio, tutta la volontà di Dio! Ognuno di noi si chieda se piace al Signore, non se piace a se stesso, non se piace agli altri: se piace al Signore! E sentirà l’intimo della sua coscienza che risponde, sentirà quella parola di amore che il Signore dà a tutti, la parola che dice: “Guarda, sii come me” perché ogni cristiano deve essere Gesù e ogni cristiano deve rinnovare il suo esempio e la sua testimonianza.