Omelia 16 Domenica del Tempo Ordinario, don Benedetto Usai
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Siamo molto grati al Signore per la sua essenzialità, che libera il cuore e la mente dall’incombenza di dovere fare sempre qualcosa di straordinario, per dimostrare il nostro amore a Lui e ai fratelli. Cosa si aspetta da me? Che lo ospiti in casa mia e mi fermi ad ascoltarlo. ‘Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno’. Cosa significa? Sono stanco, confuso, demotivato. Fuggi il pensiero che il Signore abbia distolto lo sguardo da te, non ti è mai stato così vicino, non lo vedi perché sei stretto al suo petto. Quando allenterà la presa, non scappare, siediti curioso ai suoi piedi. Ascolta quello che ha da dirti, sul Padre e sugli uomini, e annuncialo a tutti. ‘È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo’.
Questa pagina di Vangelo è quanto mai intonata al tempo delle ferie, perché richiama il fatto che la persona umana deve sì lavorare, impegnarsi nelle occupazioni domestiche e professionali, ma ha bisogno prima di tutto di Dio, che è luce interiore di Amore e di Verità. Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato. E chi ci dà l’Amore e la Verità, se non Gesù Cristo? Impariamo dunque, fratelli, ad aiutarci gli uni gli altri, a collaborare, ma prima ancora a scegliere insieme la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande. (Benedetto 16, Angelus, 18-07-2010)