Omelia della XVI Domenica del tempo Ordinario, anno B. Accompagnati dalle parole di don Pietro Margini (1917-1990), per vivere con frutto questo tempo prezioso.
Ger 23, 1-6; Ef 2,13-18; Mc 6, 30-34
Tutta la Liturgia di oggi parla della bontà del Signore, delle sue preoccupazioni, delle sue tenerezze. Il Signore ci vuole molto bene. Vuol bene a tutti noi, vuole bene ad ognuno di noi. Dobbiamo meditare noi su questo amore del Signore, comprendendo bene una cosa fondamentale: bisogna che abbiamo un cuore pronto e adatto a ricevere questo amore di Dio, poiché la tentazione è facile. La tentazione si presenta così, la tentazione dice: “Allora sono io che faccio un piacere al Signore”, mentre è lui che ci dona, “Io non ho bisogno di lui”. Dio non ha bisogno delle nostre preghiere, non ha bisogno delle nostre cose. Dio domanda a noi delle cose per un nostro bene, domanda a noi l’osservanza dei comandamenti come una cosa giusta, come una cosa salutare, come il nodo della salvezza. Se siamo buoni, quelli che guadagnano siamo noi, non è il Signore, non sono quelli che ci esortano ad essere buoni, quelli che ci dicono: “Fa questo”, che cercano di aiutarci anche quando lo fanno con energia. Invece come è facile che l’egoismo, che la mancanza di saggezza tenga le cose all’opposto. Essere buoni è una gioia. Essere buoni è una conquista. Essere veramente cristiani è un tesoro meraviglioso, che si acquista nella vita.
La bontà, il timore di Dio, la generosità sono delle qualità che sono il vero patrimonio dell’esistenza.
Concludendo questo campeggio, vorrei che capiste profondamente questa cosa: la grande gioia di essere cristiani, il grande vantaggio di essere davvero dei cristiani. Vorrei che capiste sempre di più come lo sviluppo del vostro cristianesimo sia necessario. Il campeggio segna come un passaggio da un anno all’altro. Dovete essere migliori, più responsabili, più grandi, più maturi e capire ciò che non potevate capire prima e capire come la gioia del Signore sia la più grande gioia che si può avere in questo mondo, sia la più grande conquista che assicura a voi un cammino diritto e generoso e forte nella vostra vita.