Omelia VII Domenica del tempo ordinario. Accompagnati dalle parole di don Pietro Margini (1917-1990), per vivere con frutto questo tempo prezioso.
1Sam 26,2.7-9 12-13. 22-23; 1Cor 15,45-49; Lc 6, 27-38
La Parola del Signore è molto evidente. Il nostro amore verso il prossimo dev’essere gratuito, senza sperarne nulla, perché dev’essere simile all’amore di Dio. Dio ama senza ricevere nulla, senza averne alcun beneficio, Dio ama e dà.
L’uomo si deve avvicinare a questo meraviglioso amore, deve dare perché è giusto dare, non deve sperare in alcun profitto. È un amore che si domanda da noi, che diventa la più potente testimonianza. Una verità allora, la verità dell’amore: “Amatevi come io vi ho amato” (Gv 13, 34).
Ecco il paragone continuo che dobbiamo fare. La verità nell’amore è che bisogna bandire dal cuore ogni egoismo, bisogna bandire dal cuore ogni ambizione, bisogna togliere ogni sensualità, perché ciò che ci impedisce un amore puro è questo esagerato attaccamento a noi stessi, per cui pensiamo sempre in ragione di un profitto.
Che cosa mi viene?
Bandire dal nostro cuore quella pesantezza umana e istintiva che fa sempre i calcoli, sempre.
Ecco perché, noi diciamo, abbiamo bisogno di purificarci: perché senza purificazione le nostre parole diventano ipocrite, i nostri atteggiamenti diventano subdoli e, anche quando ci riempiamo la bocca di belle parole, i fatti continuamente le smentiscono.
Abbiamo bisogno di purificarci e com’è che arriveremo a questa purificazione? Ecco, sentendo come i peccati più gravi sono proprio i peccati di egoismo, come l’egoismo nostro va strappato, va continuamente combattuto. E l’egoismo nostro si vince così ogni giorno, cominciando dalla nostra famiglia: la cordialità, la bontà, il servizio ci devono educare. Dobbiamo pensare prima alla felicità degli altri poi alle altre cose. Dobbiamo combattere l’egoismo che si manifesta in mille maniere: c’è un egoismo che si manifesta anche nelle nostre devozioni quando sono un’espressione solo del nostro interesse, solo della nostra ingordigia. Dobbiamo combattere l’egoismo! La Quaresima ce ne darà occasione. Noi dobbiamo fare una Quaresima anti-egoismo proprio perché siamo chiamati a dar lode a Dio e, in questo clima di violenza che caratterizza la nostra società, in questo urto continuo di interessi, noi dobbiamo manifestare la carità del Signore.
Ben venga allora la Quaresima e ci educhi: ci educhi ad una preghiera forte e sincera, ci educhi ad uno spirito di distacco e di penitenza, ci educhi particolarmente ad uno spirito grande di carità sapendo che, quando diamo, noi acquistiamo. Quando ci mettiamo disponibili agli altri facciamo il nostro maggiore profitto, si capisce, non in questa terra: la nostra visione dell’eternità, la nostra volontà di unirci a Dio, di essere simili a lui.
Impegniamoci dunque perché la Quaresima non diventi semplicemente espressione di un costume, non diventi semplicemente la ricerca di un bene individuale ma la Quaresima diventi un’educazione forte e generosa ad essere veramente dei cristiani, cioè di coloro che amano gratuitamente e che donano agli altri e che si dimostrano proprio discepoli di Gesù.
Manifestiamo Gesù nella nostra carità e ognuno di noi, facendo i suoi propositi di Quaresima, senta urgente questa esigenza di essere come ci vuole il Signore: pronti, impegnati, generosi fino in fondo.