Omelia VI Domenica di Pasqua
Per il tempo e l’eternità
At 8, 5-8. 14-17; 1 Pt 3, 15-18; Gv 14, 15-21.
Riflettiamo profondamente su queste parole del Signore: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama”. La vera fede non consiste in sentimentalismi, in posizioni esterne, tradizionali; è proprio nell’ ubbidienza al Padre Celeste che si realizza la vita del vero amore, perché Dio ci ama, ci ha amato fin dall’eternità e ci ha predestinati ad essere santi e immacolati in Cristo. Dobbiamo ricambiare questo amore con tutte le nostre forze; dobbiamo ricambiare con uno stile di vita, una gioia di vita che è proprio qui, nell’osservare i comandamenti di Dio in una fiducia totale al suo piano di salvezza.
L’uomo realizza la sua grandezza osservando quello che il Signore ha dato, perché lo ha dato per il nostro bene; ecco perché i comandamenti osservati, tradotti nella vita di ogni giorno sono la prova che noi davvero abbiamo stima di Dio, di quello che Lui ha fatto, di quello che Lui ha comandato. Non è un cristiano chi vuol fare a suo giudizio, a suo capriccio e vuole, nella vita, fare quanto sul momento gli piace. Dobbiamo osservare i comandamenti, tutti, non qualcheduno, non a intermittenza; dobbiamo osservare sempre i comandamenti e vedere in essi la salvezza di ogni anima e di tutto il mondo, il mondo che se è in posizioni deteriori, è proprio perché straccia la legge di Dio.
se obbediamo al Signore, se facciamo quello che Lui ci domanda, è sicuro il nostro cammino, la nostra salita, la nostra vera e piena letizia, la letizia di essere nel bene, di essere nel vero per il tempo e per l’eternità. Per il tempo e l’eternità, ripetiamolo, perché abbiamo bisogno di sentirci al sicuro, di avere un perché nella vita, di sapere perché dobbiamo amarci, di sapere perché dobbiamo lavorare, di sapere perché dobbiamo sacrificarci, di sapere perché dobbiamo stare insieme e costruire la Santa Chiesa di Dio.
La legge è amore, è amore vero. Il Signore ci vuol bene e il Padre indica ai suoi figli ciò che devono fare, ciò che devono evitare. La gioia perciò di essere nel vero viene proprio di qui: se obbediamo al Signore, se facciamo quello che Lui ci domanda, è sicuro il nostro cammino, la nostra salita, la nostra vera e piena letizia, la letizia di essere nel bene, di essere nel vero per il tempo e per l’eternità. Per il tempo e l’eternità, ripetiamolo, perché abbiamo bisogno di sentirci al sicuro, di avere un perché nella vita, di sapere perché dobbiamo amarci, di sapere perché dobbiamo lavorare, di sapere perché dobbiamo sacrificarci, di sapere perché dobbiamo stare insieme e costruire la Santa Chiesa di Dio.
Sì, Dio ci ama e, proprio perché ci ama, ci ha indicato la strada. Dio ci ama e ci dobbiamo amare come irradiazione del suo amore, come ricchezza della sua vita. Noi cristiani dobbiamo amarci con un senso profondo di fede. Noi dobbiamo vivere di Cristo e dobbiamo seguire quello che ci ha dato Cristo: “Amatevi come io vi ho amati” (Gv 15,12). Ecco la perfezione dell’amore, la perfezione della legge. Gesù è venuto a perfezionare, è venuto a dare una completezza meravigliosa che solo Lui, il Figlio di Dio, poteva comunicarci.
Quindi, in preparazione alla Festa dell’Ascensione del Signore, poniamoci così umilmente, generosamente, fedelmente; poniamoci per realizzare completamente la volontà del Padre e nella volontà del Padre sarà la nostra pace.