Omelia V Domenica Tempo Ordinario
Cosa stiamo facendo?
Is 58, 7-10; 1 Cor 2, 1-5; Mt 5, 13-16.
Siamo chiamati a meditare sulla nostra vocazione. Il Signore è così buono, è così potente che vuole riversare su di noi l ‘abbondanza delle sue misericordie, perché il cristiano è chiamato ad essere colui che dà senso, che dà sapore a tutto il mondo, il cristiano è chiamato ad essere la luce del mondo: la nostra vocazione.
Il Signore ci vuole non solo dei devoti, degli illuminati, non solo di coloro che formano un gregge, ma ci ha voluto in una posizione alta ed elevata come “una città collocata sopra un monte”. Questa è la chiamata e dipende da noi, dipende, realizzarla, dalla nostra generosità, dalla nostra virtù, dalla nostra comunione con Lui, perché è nella comunione con Lui che diventiamo ogni giorno più ricchi; se sappiamo vivere come Lui, giorno per giorno ci dà le possibilità.
Purtroppo, purtroppo la nostra vita è mediocre, è senza sapore, è senza vivacità di luce. Troppo spesso, troppo, vediamo questi cristiani minuscoli, questi cristiani poverissimi, questi cristiani che non riescono neppure a dare un esempio buono; tirano via, immersi nel loro egoismo, nella facilità di una vita senza significato.
Che responsabilità essere chiamati a tanto e fare così poco e trascinarci, giorno per giorno, con i soliti peccati, con i soliti difetti, con le solite miserie! Oh, lo sappiamo bene, come sono stati i Santi, che hanno saputo essere come li voleva il Signore! Sono stati posti in alto, la “lucerna posta sopra il lucerniere”.
I Santi ci hanno detto che è possibile, ci hanno detto che è bello, ci hanno detto che è gioia per sé stessi e per gli altri, vera grazia, vera forza, vero amore. Ecco perché dobbiamo meditare molto, meditare con profondità e accendere in noi la virtù della speranza: possiamo, dunque dobbiamo volere; possiamo, il Signore ci è vicino
I Santi ci hanno detto che è possibile, ci hanno detto che è bello, ci hanno detto che è gioia per sé stessi e per gli altri, vera grazia, vera forza, vero amore. Ecco perché dobbiamo meditare molto, meditare con profondità e accendere in noi la virtù della speranza: possiamo, dunque dobbiamo volere; possiamo, il Signore ci è vicino, il Signore irradia in noi le sue meravigliose perfezioni.
Cosa stiamo facendo? Il tempo passa rapidamente e noi non diventiamo quello che dobbiamo diventare. Tornano le parole della Scrittura: “Svegliati, tu che dormi e Cristo ti illuminerà” (Ef 5,14). Svegliati, fa’ proprio un’ascensione, sali nella preghiera, che non sia così anonima, così distratta, così fredda, fa’ dell’Eucaristia il centro propulsore di tutta la tua esistenza perché c’è Lui, c’è il Signore stesso.
Il Signore, con un solo atto della sua Misericordia, ci può trasformare. Sappi, nella vita di ogni giorno, dare l’esempio di rettitudine, di buona volontà, di umiltà, di pazienza e vedrai quanto è bella la salita ad essere veri cristiani, quanto è bella, quanto è ricca, quanto è feconda.
Ricordalo sempre.