Omelia Trasfigurazione del Signore
Imparare la Sua bellezza
Dn 7, 9-10. 13-14; 2 Pt 1, 16-19; Mt 17, 1-9.
La vocazione di conoscerlo, di conoscerlo bene, di conoscerlo nel suo volto luminoso e santo, questa vocazione c’è stata data e dipende da noi realizzarla prima di tutto ascoltando il suo invito. “Li chiamò, li prese in disparte”.
Bisogna amare straordinariamente il colloquio con Gesù, sapendo che stare con Lui è una cosa meravigliosa, che stare con Lui è un dolce paradiso. Bisogna amare molto la preghiera perché è proprio nella preghiera che impariamo Gesù, che impariamo la sua bellezza, che impariamo il suo amore, che impariamo il suo dono.
La nostra chiamata è la chiamata a entusiasmarci di Lui, a volere che Lui sia tutto per noi. Perciò lottare perché non ci siano preghiere vuote, formalistiche, superficiali, delle preghiere che invece di essere delle lodi a Dio sono delle preghiere che offendono Dio, che offendono la sua dignità e la sua grandezza.
Amare la preghiera, volere a tutti i costi che la nostra preghiera sia una vera salita di amore, volere che la nostra preghiera sia lode a Lui, sia amore a Lui, volere che la nostra preghiera non sia una richiesta egoistica ma sia una donazione di amore, di lode, di benedizione, di ringraziamento.
Proponiamoci in questa festa della Trasfigurazione di migliorare tenacemente e fortemente la nostra preghiera, volere a tutti i costi che la nostra preghiera sia una vera ricerca, una vera salita, un vero trionfo sulla nostra negligenza e sulla nostra pigrizia.