Omelia seconda Domenica dopo Natale, 5 Gennaio 2020
‘Rendo continuamente grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati’.
Così si esprime il Papa nell’omelia della solennità di Maria Madre di Dio, cinque giorni fa: ‘Iniziamo l’anno nel segno della Madonna, donna che ha tessuto l’umanità di Dio. Se vogliamo tessere di umanità le trame dei nostri giorni, dobbiamo ripartire dalla donna…le donne sono fonti di vita. Eppure sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo. Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna. Dal corpo di una donna è arrivata la salvezza per l’umanità’
A quale speranza siamo stati chiamati? A Gesù, la realtà è Cristo (Col 2,17), la sua nuova umanità è la forma del nostro esserci: il suo modo di pensare, di parlare, di guardare è la novità che ogni uomo cerca e aspira, per vivere ogni relazione nella verità, ogni scelta come via per abbracciare il bello, ogni conquista quotidiana nell’amore come un passo sicuro verso la vita. ‘…da come trattiamo il corpo della donna’- continua il papa – ‘comprendiamo il nostro livello di umanità. Quante volte il corpo della donna viene sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare. Oggi pure la maternità viene umiliata, perché l’unica crescita che interessa è quella economica. Va liberato dal consumismo, va rispettato e onorato; è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati’. Chi non sa’ che il pensare in modo malizioso, il parlare in modo gretto e volgare, il guardare in modo possessivo, ferisce fino ad azzerare il nostro desiderio di creare una comunione che dia significato al nostro vivere? Il Signore conosce la nostra umanità, che rimane ferita dal peccato, e non sempre realizza quello dei vuole. ‘Io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, nelle mie membra vedo un’altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore’. (Rm 7,21-25). Chi darà speranza alla mia vita? Chi verrà a colmare il mio sentire di morte in un afflato di vita? Chi vincerà la mia paura della solitudine e farà luce al sentiero che porta alla comunione? Cristo Gesù, che anche se non lo abbiamo accolto, è venuto a colmare le nostre tenebre con la sua Umanità trasfigurata.