Omelia prima messa – don Matteo Tolomelli

Prima Lettura

Se il malvagio si converte dalla sua malvagità, egli fa vivere se stesso.

Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 18,25-28

Così dice il Signore: «Voi dite: Non è retto il modo di agire del Signore. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale
Dal Sal 24 (25)

R. Ricòrdati, Signore, della tua misericordia.Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
io spero in te tutto il giorno. R.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
I peccati della mia giovinezza
e le mie ribellioni, non li ricordare:
ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore. R.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. R.

Seconda Lettura

Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fil 2,1-11

Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.

Parola di Dio.

Forma Breve:

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fil 2, 1-5

Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.

Parola di Dio

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono. (Gv 10,27)

Alleluia.

Vangelo

Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 21,28-32

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Non ne ho voglia. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Parola del Signore

Omelia

La seconda lettura ci presenta la Lettera ai Filippesi. È una delle comunità più care a san Paolo, la comunità che più gli sta a cuore. Guardando i vostri volti, oggi mi è facile partire da questa.

«Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù». Fil 2,5.

Scartabellando tra gli appunti del nonno Paolo, alla domanda che cos’è un sentimento, rispondeva: un’emozione resa stabile che diventa atteggiamento. Un atteggiamento che mi accompagna in tutto ciò che faccio.

Ma come avere i sentimenti di Cristo? Interroghiamo il testo paolino, che ci pesca dove siamo, nella vita quotidiana, che conosce fatiche e consolazioni. «Se dunque c’è qualche consolazione in Cristo» chi è il consolatore, il Paraclito? «Se c’è un incoraggiamento ispirato dall’amore» chi incoraggia gli apostoli nel cenacolo? Se c’è una comunione di spirito, una koinonia pneumatos, qui è esplicito: lo Spirito Santo ordina le nostre emozioni in sentimenti di Cristo.

Egli è già all’opera prima che ce ne rendiamo conto.

Preparando l’omelia insieme a dei ragazzi, uno di loro diceva: «Mi rispecchio nel primo figlio, quello che dice: “non ne ho voglia”, dico di no, poi sento di essere chiamato a una bellezza grande e vado». Solo dobbiamo essere disponibili allo Spirito Santo: sei allegro? Beato te, perché lo Spirito trasformerà la tua allegria in gioia stabile in Lui! Sei esitante, insicuro? Beato te, perché lo Spirito ti renderà attento davvero a chi ti dà sicurezza. Sei stanco di non concludere niente, di arrivare a sera inconcludente? Beato te, perché è proprio lì in questa necessità di ordine che lo Spirito viene a visitarti. E così spinti dallo Spirito Santo i nostri sentimenti diventano quelli di Cristo.

Non è solo una questione di dovere. Il muscolo del dovere si atrofizza presto, quello del sentimento ha molte energie, se il sentimento è di Cristo le energie sono inesauribili. Perché?

Sentimento coinvolge tutta la nostra vita: testa e cuore, affetti e progetti, realtà e promessa.

Abbiate i medesimi sentimenti di Cristo! Possiamo vivere la vita di Cristo! Pensiamo: è troppo bello per essere vero. È troppo per me?

Eppure, eppure lo Spirito ci abilita alla vita di grazia, alla vita in Cristo, alla vita divina nella comunione con lui. Col sentimento del suo coraggio e fiducia nel Padre, Cristo ci abilita a scelte grandi. Col sentimento della sua mitezza e bontà, Cristo ci abilita ad amare: quanti matrimoni, quante nascite abbiamo visto! Colla sua pazienza Cristo ci abilita ad attraversare la sofferenza, lo dico in punta di piedi: quanti testimoni in mezzo a noi lo attestano! Col sentimento della sua perseveranza e forza, Cristo ci abilita perfino a morire santamente, e a stringerci insieme in un’unica offerta.

Se questi sentimenti di Cristo ci accompagnano possiamo fare qualsiasi cosa. Un autore del Novecento, Marshall, scrive: «per diventare ciclisti o giocatori di calcio bisogna per forza andare in bicicletta o prendere a calci il pallone, ma per farsi santi si può fare in modo santo le più svariate cose non sante. Si può offrire per la maggior gloria di Dio un po’ di tutto, oltre alle preghiere. Uno può offrire la profondità del fosso che scava, un altro l’altezza che arriva a saltare, un’altra il modo che ha di indossare un bel vestito, perché se il pregare è un lavorare, il lavorare è anche un pregare. Il più grande delitto del secolarismo contro l’umanità è quello di averla defraudata di un degno motivo delle sue fatiche».

Guidaci luce gentile! Questo è l’inizio di una poesia-preghiera di San John Henry Newman. Oggi non ci attirano certo i fari che abbagliano, ma in una notte scura basta una piccola stella ad accenderci un sorriso.

Il Signore Gesù ci ingaggia tra le file dei suoi santi. Lasciamoci infiammare dalla luce gentile per risplendere di Cristo. Non lasciamoci abbagliare dai fuochi fatui del mondo, che ci spengono sotto la cenere della tristezza, che ci soffocano sotto il peccato. Quando Cristo ci impegna per la sua lotta ci prende come siamo tutti interi: il buono e il cattivo. Se metti un ceppo al fuoco tutto brucia, anche i vermi che lo divoravano.

I sentimenti di Cristo ci uniscano a Lui in modo che anche se c’è qualche divergenza la relazione non sia in pericolo. Questa luce gentile ci guidi verso qualcuno che ci vuole bene.

E allora vivremo in un cor ad cor loquitur, dove il cuore parla al cuore la buona notizia del Vangelo, dove l’intenso desiderio del cuore umano entra in intima comunione col cuore di Dio.

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