Omelia messa 29° anniversario don Pietro Margini – don Fernando Borciani

Omelia messa 29° anniversario don Pietro Margini – don Fernando Borciani

Monizione iniziale – Perché siamo qui sta sera? Perché ci sono memorie che non bisogna lasciare sbiadire nella coscienza di una comunità. Se la nostra comunità non vuole perdere di vista il senso del suo presente non può permettersi di dimenticare quel passato di grazia che così benevolmente l’ha segnata. Don Pietro è stato una luce per la nostra comunità e se siamo qui sta sera è per dire al Signore il nostro impegno a mantenerci illuminati da questa luce. Disponiamoci allora a celebrare con frutto quest’Eucarestia.

Omelia – E’ da 6 anni che sono a S. Ilario e in questo periodo tantissime cose su don Pietro ho imparato. Tutti coloro che da vicino l’hanno conosciuto, concordano nel ritenere la devozione a Maria Santissima un suo tratto peculiare. Un amico prete che è qui tra noi, su mia richiesta, m’ha fatto pervenire un interessante elenco di iniziative mariane, che don Pietro promosse durante il suo ministero. Questa sera, azzardandomi un pò, cercherò di rispondere alla domanda: in cosa Maria plasmò il cuore di don Pietro? Quali furono in don Pietro gli effetti della sua familiarità con Maria? Mi soccorre nella risposta il Vangelo delle nozze di Cana, che abbiamo appena ascoltato, un Vangelo che mette in luce di Maria almeno 3 atteggiamenti. Il 1° lo chiamo così: Maria donna attenta. Dico così perché fu lei e non altri ad accorgersi che alla festa il vino era venuto a mancare. Il 2°: Maria donna intercedente. Dico così perché nel riferire a Gesù che non c’era più vino, di fatto intercedette presso di Lui perché risolvesse il non piccolo disguido sorto. Il 3°: Maria donna coinvolgente. Dico così perché nel dire ai servi Qualsiasi cosa vi dica, fatela, li invitò a essere collaborativi con Gesù. Bene, un buon conoscitore di don Pietro non stenta a cogliere in lui esattamente questi 3 tratti di Maria. Grazie alla sua amicizia con Maria, don Pietro ebbe in dono il cuore e lo stile di lei. Se il proverbio dice dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, Maria, vedendosi così cercata e frequentata da don Pietro, gli fece dono di queste sue 3 caratteristiche, per cui a buon ragione si può dire: don Pietro è stato un prete attento, un prete intercedente, un prete coinvolgente. Approfondisco un poco queste tre cose.

Don Pietro prete attento – Don Pietro aveva talmente dentro il cuore le persone che accompagnava che per lui una persona qualsiasi non era più una qualsiasi persona. Quando un pastore ha talmente dentro di sé il suo gregge, diviene capace di quel colpo d’occhio che ebbe Maria alle nozze di Cana. Quel colpo d’occhio con cui anche i dettagli o le piccole assenze vengono colti. In una buona relazione i dettagli non sono un dettaglio.

Don Pietro, prete intercedente – Faccio notare che Maria a quelle nozze non dico non era nessuno, era una semplice invitata. Perché doveva prendersi a cuore lei la ‘questione vino’? Altri e non lei erano nell’organizzazione: chi era in cucina, chi ai tavoli, i suonatori, gli addetti all’accoglienza, ecc. Eppure avendo avuto lei l’occhio sul vino venuto a meno, senza star lì a dire non spetta a me, andò subito da Gesù ad intercederlo. Emerge qui una tipica dote femminile: ella capì che quella festa poteva mutarsi in una grande delusione, nell’incubo – avrebbe pensato un superstizioso – di un segno di sfortuna, di una mala sorte che avrebbe pesato per sempre su quella coppia. Maria in quell’occasione non pensò a sé, il suo pensiero era tutto e solo per i 2 sposi novelli e i partecipanti alla festa. Ecco chi era don Pietro: un prete che incurante di sé e della sua salute, aveva come assoluta priorità la salvezza delle anime. Per sé, lui non rivendicava nulla. Di lui si può dire quanto si diceva del curato d’Ars: ti ascolta come se non avesse altro da fare. Don Pietro era guidato da questo principio: prima loro, poi io; prima chi è venuto qui da me, poi le mie esigenze. Tra io e tu, tu era la parola preferita. Dire che Maria e don Pietro erano persone intercedenti, significa dire che erano persone che amavano chiedere non per sé ma per gli altri. L’intercessione è quella preghiera dove il cuore batte per gli altri e non per sé. D’ altronde è così: l’amore porta sempre con sé l’amato. Il don Pietro intercedente ci ricorda il valore del pregare per gli altri. Vi confido una cosa: le volte che qualcuno s’avvicina a me per dirmi: don Fernando sto pregando per te, credetemi, è una meraviglia sentirselo dire. Chiediamoci allora: io prego per gli altri? Per i miei amici certo, ma prego anche per i missionari, i profughi, i non credenti, coloro che ci hanno fatto del male, .. insomma, c’è il mondo dentro la mia preghiera? La preghiera è in fondo una questione di amore: pregare è amare, si prega nella misura in cui si ama e si ama nella misura in cui si prega.

Don Pietro, prete coinvolgente – Lo abbiamo sentito: Maria dopo essersi intrattenuta con Gesù, va dai servi a dire loro di attenersi alle disposizioni di Gesù. E infatti essi riempirono le anfore d’acqua e le portarono al maestro di tavola. Se traduciamo in linguaggio pastorale questo atteggiamento di Maria, direi così: Maria seppe coinvolgere altri, suscitò collaborazioni, diede una scossa ai presenti. Ebbene, don Pietro fu così. Quand’era parroco, in Diocesi, S. Ilario si distingueva per avere un laicato tra i + nutriti e attivi. Ad esempio, l’adesione all’A.C. che c’era qui a S. Ilario aveva dei primati in Italia e non solo in Diocesi. Se dopo il Concilio circolava il detto E’ l’ora del laicato! a questa cosa don Pietro credette e tenne tantissimo. Ognuno infatti qui in parrocchia, singoli e gruppi, aveva compiti precisi. Don Pietro fu il tipico prete che non si concepiva separato dalla sua comunità, fu l’uomo del mai senza gli altri, mi vien quasi da dire che moltiplicava i collaboratori. Il suo pensiero è così riassumibile: non solo io ma anche gli altri; non io solo, ma io con gli altri, non io e basta ma io con. Se nella vita c’è un prima e c’è un poi, don Pietro si metteva sempre nel poi, come a dire: prima Dio, poi io; prima tu, poi io.

   

 Mi fermo. Se dalla profonda familiarità con Maria, don Pietro divenne quel prete che fu, non val la pena sta sera fare ritorno alle nostre case col fermo proposito di fare come Giovanni sotto la croce? Prendere cioè Maria con noi e tenercela stabilmente appresso?

Condividi: