Omelia Solennità dell’Epifania 2020
«A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Nasce a Betlemme, che significa “casa del pane”. Sembra così volerci dire che nasce come pane per noi; viene alla vita per darci la sua vita; viene nel nostro mondo per portarci il suo amore. Non viene a divorare e a comandare, ma a nutrire e servire. Così c’è un filo diretto che collega la mangiatoia e la croce, dove Gesù sarà pane spezzato: è il filo diretto dell’amore che si dona e ci salva, che dà luce alla nostra vita, pace ai nostri cuori (omelia Papa Francesco, 24-12-2016)
Gesù, Figlio incarnato del Padre, viene a proporci uno scambio: la Sua Vita per la nostra. Non smetteremo mai di meravigliarci e di stupirci di questa scelta, fatta nel seno della Trinità, e resa visibile agli uomini. Non sceglie troni o scettri, appare nel silenzio di una stalla, perché nessuno potesse sentirsi a disagio. Ci mostra chi è Dio, il suo stile, la sua Paternità. Se lo vogliamo capire, abbiamo bisogno di lasciarci ‘distrarre’ dalle nostre occupazioni, e andare a trovarlo. Proprio come si fa, quando una persona è inferma, si stupisce e si rallegra di essere cercata. Quante volte, soprattutto in questi giorni, abbiamo condiviso la gioia di chi ci aspettava: il saluto, l’ascolto attento è interessato, una parola buona, se non fossimo andati, loro sarebbero rimasti ‘tristi’, e noi altrettanto. Il mistero dell’Epifania, prende forma, proprio in questo andare. Dio non ci ha aspettati, ha scelto di porre la sua dimora in mezzo a noi, e non sempre ce ne siamo accorti. Infatti ‘Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto’. Non cerchiamo lontano, non aspettiamoci delle manifestazioni straordinarie, riabbracciamo la nostra vita: guardiamo in faccia la nostra miseria ed presentiamola al Padre senza nasconderci, perché il Signore Gesù ci trasformi da peccatori a salvati, per essere araldi della sua Epifania che cambia nel profondo la nostra vita.