Omelia Domenica delle palme
La fonte della nostra forza
In questo giorno la folla acclamava Gesù, gridava il suo entusiasmo; ma in questo momento, che doveva essere il suo trionfo, Gesù scoppiò a piangere. E pianse su Gerusalemme, perché col suo sguardo vedeva una colpa che avrebbe meritato una tremenda distruzione. Gesù sapeva che quella folla, che lo acclamava, dopo pochi giorni avrebbe gridato: “Crocifiggilo!”.
Bisogna che noi abbiamo un senso profondo di noi stessi e delle nostre responsabilità per non fare come quei Giudei. Quello che dobbiamo temere è di essere falsi nelle nostre parole e di fare delle confessioni che sono una canzonatura di Dio, perché diciamo di pentirci molto e diciamo che Gesù è quello che dà senso alla nostra vita e poi torniamo a peccare.
“Signore non permettermi di separarmi da Te. Voglio restare sempre con Te nelle circostanze favorevoli e nel momento sfavorevole, nella gioia e nel dolore. Voglio stare sempre unito a Te”.
Bisogna che abbiamo molta umiltà da sapere e da riconoscere che da soli non riusciamo, che possiamo realizzare solo se dipendiamo da Lui. Gesù ci è così necessario che senza di Lui non possiamo fare nessuna cosa; ci è necessario nella maniera più assoluta. Lui ha meritato l’aiuto per noi accettando la volontà del Padre e non avendo paura dei suoi tormenti.
Impegniamoci allora a stare molto uniti a Gesù e a vedere nel Crocefisso la fonte della nostra forza, il principio del nostro amore, a vedere nel Crocefisso la misericordia di Dio a nostra disposizione. Particolarmente in questi giorni guardiamo con tanta fede, con tanta carità, il Crocefisso e domandiamogli di poter essere sempre fedeli. E diciamo: “Signore non permettermi di separarmi da Te. Voglio restare sempre con Te nelle circostanze favorevoli e nel momento sfavorevole, nella gioia e nel dolore. Voglio stare sempre unito a Te”.