Omelia Domenica della SS. Trinità
Vincere tutto
Es 34, 4-6. 8-9; 2 Cor 13, 11-13; Gv 3, 16-18
La festa della Santissima Trinità è una festa di vita, è una festa di amore. Il Signore Gesù ci ha svelato tanto di più di quello che sapevamo, ci ha parlato di questo oceano meraviglioso, nel quale è una meraviglia e siamo chiamati a contemplarla e siamo chiamati ad adorarla e siamo chiamati soprattutto ad amarla.
È festa perciò di luce, festa che ci porta alla contemplazione di Dio, mirabile oltre ogni nostra intelligenza e perciò l’invito della festa è un invito alla contemplazione, è un invito forte, è un invito che sottolinea quanto siamo benedetti, perché il cristiano è chiamato, già fin da ora, a vedere Dio. Lo vede nella fede e lo vedrà nella visione aperta: mistero dunque di gioia e di speranza.
Ed è proprio in questo mistero che celebriamo questo matrimonio, lo celebriamo così in una serena devozione di bene, in una forte ascensione di amore. E noi, chiamati ad essere del Signore, chiamati ad essere totalmente suoi, abbiamo un motivo forte per ringraziarlo di tutte le meraviglie che ha operato nel nostro cuore, delle grazie che ha dato agli sposi, che ha dato e ha fatto fruttificare.
Noi perciò entriamo prima di tutto in un ringraziamento forte, vivo, operante, poi entriamo in una invocazione fervida. Le grazie di oggi sono speranza delle grazie di domani. Il Signore Gesù lo ha detto che nella Trinità dobbiamo vedere un modello, “Che essi − è la preghiera di Gesù − siano una sola cosa, come tu Padre ed io siamo una sola cosa” (cfr Gv 17,21).
Il matrimonio cristiano realizza una pienezza di amore, realizza una pienezza di dono, realizza una promessa di compimento forte, compimento generoso nell’amore. Il matrimonio cristiano si struttura così come una grande opera da fare insieme: si guarda insieme all’avvenire, si sente che è una responsabilità data proprio dal Signore, sottolineata da Lui, voluta da Lui, perché il matrimonio cristiano ha un compito essenziale nella società, nella Chiesa, nell’educazione dei figli.
Il matrimonio cristiano compie l’opera di Dio, perciò noi auguriamo agli sposi di essere ricchi di fede, ricchi di quella fede che fa passare anche le ore più difficili, noi auguriamo la fede che Gesù stesso ci ha insegnato. Gesù stesso ci ha insegnato che con la fede si vince tutto, la fede fa miracoli.
Noi vi auguriamo quell’amore tra di voi, fervido e premuroso, che comprende, che supera, che si struttura in tante e tante cose di ogni giorno. Noi vi auguriamo il senso vivo di responsabilità per questa missione che vi aspetta, per questa missione che il Signore vi dona e vi indica. Noi vi auguriamo che questo vostro amore sia un amore forte, un amore paziente, un amore quotidiano, un amore fatto di cose vere e continue. Noi vi auguriamo perciò una vita innestata in una devozione profonda, la devozione che la Santissima Trinità vi mette nel cuore.
Il vostro matrimonio vuole essere un ossequio alla Trinità, un ossequio di oggi, una promessa per il domani. Il Signore Gesù, che alle nozze di Cana ha cambiato l’acqua in vino, vi doni di trasformare tutte le vostre azioni, tutte le vostre cose nel nome dell’adorabile Trinità, perché siano vere, siano profonde, siano soprannaturali.