Omelia 27 Domenica del Tempo Ordinario, 6 Ottobre 2019
‘Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: ‘Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare’.
Le parole di Gesù sono sempre credibili ma non sempre vengono accolte in profondità. Nessuno pensa di smentirle perché le riconosciamo vere, ma non sempre infrangono il muro della superficie, che anche per noi rimane una corazza invalicabile. Crediamo veramente di essere servi inutili, o piuttosto nell’intimo aspiriamo ad una ricompensa divina per i tanti servizi fatti, piegando il Signore alla nostra pretesa di giustizia?
Quando ad esempio ci lamentiamo, e interiormente sbottiamo con rabbia, e rivolti al Cielo diciamo: ‘Ho pregato tanto per lui, ma non si muove niente, come può essere possibile’, quale l’idea di fede ci anima? Una fede funzionale? Affidiamo allo sforzo fatto per rimanere perseveranti nella supplica l’efficacia della medesima, senza pensare che forse il Signore permette questa ‘sconfitta’ perché desidera farci crescere nella fiducia in Lui e distaccarci dalla bontà della nostra preghiera. Una fede prestazionale? Ogni volta che, dopo aver compiuto il nostro ‘dovere cristiano’ di preghiera e di presenza, ci sentiamo bravi, completi, arrivati, e ci dimentichiamo, addirittura non ci tocca, che qualcuno vicino a noi abbia bisogno di aiuto, di attenzione, o semplicemente di ascolto. Oppure una fede ‘fredda’? Quando scadiamo nel giudizio spietato e nella fine maldicenza, giustificando la gravosa condizione degli altri con un ‘poveretti, non capiscono e non possono capire’. Abbiamo ancora uno sguardo miope, ci siamo ancora troppo noi di mezzo, per questo Signore te lo chiediamo anche noi: ‘Accresci in noi la fede!’
‘E’ una bella domanda, è la domanda fondamentale: i discepoli non chiedono doni materiali, non chiedono privilegi, ma chiedono la grazia della fede, che orienti e illumini tutta la vita; chiedono la grazia di riconoscere Dio e di poter stare in relazione intima con Lui, ricevendo da Lui tutti i suoi doni, anche quelli del coraggio, dell’amore e della speranza’ (Benedetto 16, Omelia Foro italico di Palermo, 3-10-2010).
Siamo servi inutili, riceviamo tutto, dal Signore possiamo solo attendere ed offrire il nostro niente.