Omelia XXI Domenica del Tempo Ordinario, 23 Agosto 2020
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»
La fede è il dono più grande che un uomo possa desiderare. Non solo, è il regalo della Trinità di Dio, che ci da’ ‘l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio’. Chi siamo noi senza la fede? Uomini sballottati dalle vicende della vita, senza una meta che orienta il nostro cammino, in balia della tribolazioni che puntualmente ci raggiungono quando le sicurezze che ci siamo costruiti in un attimo vengono spazzate via. La vita è anche crudele, non aspetta che siamo pronti ad affrontarla, ci si presenta senza permesso chiedendo il conto di quello che siamo diventati. E a noi cosa rimane? O facciamo finta che non sia così e andiamo avanti come se niente fosse, oppure ci lasciamo finalmente interpellare e vincere dalle grida che ci venivano rivolte, vincendo la paura di non essere stati all’altezza di quello che abbiamo sempre pensato. Ma io, cosa devo dimostrare? E a chi? A Dio Padre, agli altri, a me stesso? Non devo dimostrare niente a nessuno, tantomeno a Dio Padre, perché Lui non ne ha bisogno. Io ci sono perché Lui mi ha dato la vita, e desidera vivere con me una vera e propria storia d’amore, che non si nutre delle mie acrobazie perché è solo un dono della sua benevolenza. Tu lasciati amare, sii trasparente di questo, il Signore non ti chiede altro.