Omelia IV Domenica di Quaresima, 22 Marzo 2020 don Benedetto Usai
‘Tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto: «Svégliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà>>’
Svegliati, fai vivere ciò che è morto, non lasciare che imputridisca e contamini l’aria di tutta la casa.
La bellezza della nostra fede si esprime in tutto il suo splendore quando la nostra fiducia in Gesù offre a Lui l’opportunità di accomodarsi nelle nostre morti e di farle risorgere a vita nuova. Può capitare anche a noi, dentro alle relazioni più care che viviamo, di nascondere qualcosa. Questo per paura di essere ‘smascherati’ e di dover poi dare delle ragioni, per la pigrizia che alle volte ci giustifica e ci fa stare tranquilli, soprattutto per la nostra poca fede, che ancora troppo poco ha scalfito il muro della nostra pretesa di autosufficienza e non ci permette di vedere che ogni nostra morte è un appello alla vita che vuole sbocciare.
Gesù è alla finestra che attende con compassione, posa con delicatezza il proprio sguardo su ciascuno, con la speranza di udire quella parola pronunciata con sincera rassegnazione: ‘Qui dentro c’è troppo buio, quasi non si respira, diamo aria alla stanza e facciamo entrare un po’ di luce’.
In questi giorni di prova e di dolore per tanti facciamo nostre le parole della prima lettura, perché alimentino la nostra coscienza di bene: ‘Il Signore replicò a Samuele: ‘Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore’.
Ci doni il Signore il suo sguardo di risurrezione, che non teme la vita anche quando è più ferita e respiriamo Lui che fa nuove tutte le cose. ‘Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte,né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate. E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”(Ap 21,3-5)’.