Omelia Solennità, Maria Santissima Madre di Dio, 1 gennaio 2020
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro
L’Annuncio dell’angelo, la Visita a Santa Elisabetta, la Nascita di Gesù preceduta dalle parole dell’angelo ai pastori poi riferite alla Santa Famiglia ‘Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore’. Nove mesi di Grazia, un tempo relativamente lungo colmo di avvenimenti inaspettati e attesi, che Maria aveva preparato. Come? Si era ‘allenata’ a rimanere in sintonia dello Spirito di Dio, che la formava secondo i suoi sentimenti dentro all’ esistenza semplice e nascosta che trascorreva, dedicando tempo a rimanerne in ascolto. Custodire cioè permettere al Signore di incontrarla nella vita che viveva sorretta dalla fede che aveva maturato: entrare in ogni giornata con un sguardo pieno di riconoscenza al Padre con l’intima fiducia che tutto quello che avrebbe affrontato, non era mai una spietata condanna ma sempre un nuovo annuncio di vita; accogliere la propria piccolezza di creatura con la speranza di chi ha coscienza che era stata pensata così, in quella famiglia, in quegli anni, e in quella terra, non per un uno scherzo maldestro del caso ma per un disegno provvidente che non aveva scelto perché era già stata scelta; fare i conti con la fatica del quotidiano, tenendo fisso il cuore a quelle dieci parole che Dio aveva consegnato a Mose’ sul monte Tabor, non tanto per assoggettare a Se’ un popolo ma per insegnare al popolo ad essere tale. Dira Gesù’ al dottore della legge: ‘«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti’ (Mt 22,37-40). Maria questo lo aveva imparato prima, era stata la sua prima formazione alla vita e alla fede, ed ora attendeva di riconoscere il Figlio che era stato promesso per la salvezza del mondo. Ed ora che vive insieme al suo Signore, a Lui si rivolge con la tenerezza di una mamma parlando di noi, presentando a Lui le nostre sofferenze, e intercedendo senza sosta con insistenza e abbondanza perche’ ciascuno ritrovi se stesso nell’amore a Lui e ai nostri fratelli: che non sono mai nemici ma un appello stringente alla nostra autosufficienza che può diventare il luogo più vero della Fede.