III Domenica di Pasqua, omelia. Accompagnati dalle parole di don Pietro Margini (1917-1990), per vivere con frutto questo tempo prezioso.
At 3, 13-15. 17-19; 1 Gv 2, 1-5; Lc 24, 35-48
“Gesù apparve in mezzo a loro e disse: – Pace a voi -”. (cfr. Lc 24,36). Era morto per noi. E’ resuscitato per noi e ci porta la ricchezza della sua risurrezione. Una ricchezza condensata in questo nome: la pace. Quando l’uomo possiede la vera pace, possiede tutto perché possiede Dio, l’amicizia con Dio, la gioia di Dio. Dobbiamo domandare anche noi questo dono confidando nella tenerezza del suo amore, di quel Cuore benedetto che per noi era stato trafitto e che ora continua a dimostrarsi così sollecito. Come si preoccupa di creare in loro, negli apostoli, una vera fede, di dare una base solida alla loro speranza! Certo, il suo corpo glorioso non aveva bisogno di mangiare, era inutile. Ma quando gli offrono una porzione di pesce arrostita Egli prende e mangia. Oh, si è assiso anche alla nostra mensa, anche per noi continua a moltiplicare i suoi miracoli! Quante volte perdiamo la pace perché perdiamo la confidenza in Lui! Quante volte siamo presi dalla stanchezza della lotta, del combattere, del progredire nel bene e ci adagiamo in una fatuità, in un vuoto che dovrebbe totalmente disgustarci. Anche in quei momenti ci venga in mente come Gesù vuole la nostra confidenza. Quella porzione di pesce arrostito ci dice che il Signore non pretende molto da noi. Non gli hanno potuto dare delle grandi cose ma quello che avevano, un po’ di pesce. Così e basta. Ma il Signore lo prende. Prende da noi quello che gli possiamo dare giorno per giorno, basta che glielo diamo col cuore, basta che glielo diamo con umiltà e abbandono. Il segreto allora della vera pace sta in questa confidenza, sta nel sapere che il Cuore di Gesù è vicino a noi, che il Cuore di Gesù si accontenta di quel po’ che possiamo offrirgli, s’accontenta delle nostre piccole cose perché la sua potenza le sa trasformare. E in quelle piccole cose se c’è il nostro amore Lui è contento e la sua pace riposa in noi. Impegniamoci dunque nella santificazione di ogni giornata. Le nostre giornate fatte delle solite cose, delle solite povere cose, possiamo veramente renderle sorgente di pace e sorgente di merito se presentiamo al Signore quello che abbiamo con un cuore largo e generoso. Soprattutto presentiamo al Signore gli atti di bontà e di carità, di pazienza e di comprensione, quegli atti che facciamo fatica a fare proprio perché la tentazione dell’egoismo è tanto insultante. Gli atti di carità e di bontà verso il prossimo, gli atti di comprensione verso chi ha bisogno di noi, verso chi ha bisogno caso mai solo di una parola, solo di un gesto, solo di un po’ di pazienza. Sappiamo presentare alla mensa del Signore la nostra buona volontà tradotta così giorno per giorno. Sappiamo, vogliamo, progrediamo sempre.