Ecco la strada! Omelia di don Pietro Margini

Omelia II Domenica del tempo di Avvento, anno C. Accompagnati  dalle parole di don Pietro Margini (1917-1990), per vivere con frutto questo tempo prezioso.

Is 11, 1-10; Rm 15, 4-9; Mt 3, 1-12

In questa domenica di Avvento si presenta davanti a noi, con una statura di gigante, il precursore Giovanni Battista e ci indica la strada per arrivare al Signore, la strada per vivere veramente in lui.

Giovanni Battista si presenta con la sua persona, con i suoi insegnamenti, col suo battesimo. Si presenta con la sua persona forte e rigorosa in una vissuta penitenza. Quale penitenza?

Era una penitenza di chi sapeva di rappresentare un popolo; non era la sua una vita da dover fare penitenza, perché egli era stato santificato fin dal grembo di sua madre. Sentiva che era necessario qualcuno, sentiva la missione di espiare per il suo popolo, perché sapeva che il grande ostacolo ad accogliere la salvezza era proprio il peccato. E il peccato lo prendeva su di sé, proprio anticipando quello che avrebbe fatto Gesù, “l’agnello che toglie i peccati del mondo” (Gv 1, 29), come lui stesso indicherà. Ci dice allora che è inutile fare un grido di gioia alla venuta di Gesù, quando noi non abbiamo trasformato, non abbiamo purificato l’anima nostra e non siamo stati degli evangelizzatori verso gli altri, dei corresponsabili di tutto il popolo. Il suo insegnamento non è semplicemente un insegnamento di tipo esteriore, è un insegnamento di trasformazione morale: “Convertitevi!”, dice, “Convertitevi!” (Mt 3, 2), perché l’incontro col Signore viene in una trasformazione di mentalità, di sentimenti, di scelte, una trasformazione di quegli atteggiamenti fondamentali, che devono caratterizzare la vita. “Convertitevi!”. Il suo insegnamento resta scultoreo: “Convertitevi!”. Non si può entrare nel regno dei cieli, non si può agire nel regno dei cieli, non si può maturare dei frutti, se non in una trasformazione interiore. Gli ebrei usavano già i battesimi rituali, ma il battesimo di Giovanni è un battesimo che indica chiaramente come solo in una conversione interiore, in una unione della nostra mente con quella di Gesù, nella trasformazione di un cuore che cominci ad amare veramente si attua la salvezza.

Certo Giovanni riconosce la provvisorietà del suo battesimo, egli dice: “Io vi battezzo in acqua, ma verrà un altro che vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (cfr. Mt 3, 11).

Il battesimo che ci ha dato Gesù è un battesimo-sacramento: non significa solo, significa e fa e trasforma l’uomo in figlio di Dio e gli dà la mentalità adatta al figlio di Dio con la fede, con i desideri di speranza, con l’amore. Ecco perchè in questo tempo d’Avvento dobbiamo rivivere il nostro battesimo; lo dobbiamo rivivere, perché attraverso il battesimo Gesù ci ha posti in una magnifica realtà, la realtà della nostra grandezza, la realtà della nostra missione, la realtà dell’unione tra di noi, perché ci ha fatto figli di Dio, ci ha fatto suoi fratelli, ha fatto di tutti noi un corpo solo, il corpo di Dio, il corpo di Cristo che è la Chiesa.

Noi dobbiamo rivivere il nostro battesimo in una grande gioia e in una grande umiltà, proprio come erano i sentimenti del Battista verso Cristo, questi sentimenti che erano una mescolanza di riverenza, di umiltà e di gioia: lo aspettava.

Così deve essere per noi. Dobbiamo essere umili, pensando quanto a noi peccatori ha dato Cristo, deve essere un sentimento forte di gioia, la gioia di potere veramente realizzare quanto il Cristo ci ha portato, un sentimento profondo di trepidazione perché il ventilabro pulisce l’aia. Ecco il senso escatologico sottolineato dal Battista: il ventilabro distingue il grano dalla pula e, se non andremo incontro a Cristo e se non ci rivestiremo dei suoi insegnamenti e se non vivremo della sua vita, saremo paragonati alla pula, portata via dal vento e destinata ad un fuoco inestinguibile. In questa seconda domenica di Avvento guardiamo allora di meditare sulle nostre responsabilità battesimali, su questa grande impostazione di vita cristiana che dobbiamo attuare, come non dobbiamo essere né timidi né paurosi, come dobbiamo accogliere il regno di Dio con tanta forza, con tanto entusiasmo, con tanta perseveranza. 

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