Giubileo 2025: mille e uno modi per viverlo! – don Giuseppe Iotti

Attraversiamo tante porte, alcune ogni giorno, altre ogni tanto, altre ancora magari sogniamo di farlo ma non si apriranno mai per noi. Ogni venticinque anni per il Giubileo, e straordinariamente anche in qualche altra occasione, si apre per noi la “Porta Santa”. Giustamente, si cerca di dare a tutti la possibilità di vivere questo passaggio: l’ingresso a una vita rinnovata in Cristo. Per questo si moltiplicano le “porte sante” e i “luoghi giubilari” dove è possibile fare esperienza della misericordia e dell’amore di Dio che tutto rinnova. Potremmo anche chiederci se troppi luoghi non corrano il rischio di svilire il valore del segno, ma è meglio cogliere la provocazione e lasciarci interrogare su quali soglie varchiamo spesso con abitudine e quasi senza accorgercene, quando invece hanno la forza di richiamarci la verità più grande della nostra vita.

Non solo per il Giubileo: sempre quando entriamo in una chiesa, quando andiamo a casa di una famiglia amica o di amici della nostra comunità, quando rientriamo in casa nostra, può e deve risvegliarsi in noi la consapevolezza della nostra identità e appartenenza.

È lì che possiamo vivere nella concretezza della nostra carne il nostro essere e vivere per Cristo, con Cristo e in Cristo. Lì veniamo fatti e plasmati nell’amore ad essere figli del Padre. Nelle nostre case si concretizzano e prendono forma la nostra chiamata particolare all’amicizia come mistero di comunione a servizio della Chiesa, e la nostra chiamata personale ad essere sacramento dell’amore di Dio, sia per gli sposi che per i sacerdoti e le consacrate. Visitare e ritrovarsi a casa degli amici, aprire la propria casa agli altri, è dare spazio alla presenza del Signore che si prende cura, parla al cuore, corregge, guarisce, rialza e dona speranza. È lasciarsi fare dall’amore di Dio che negli amici assume un volto e uno sguardo, una voce e una forza concreta.

Analogamente alla liturgia e all’Eucaristia, le case degli amici diventano luogo di grazia da cui ripartire, e “porta santa” da riattraversare per essere testimoni e portare in ogni ambito di vita e di lavoro la grazia e la speranza ricevuti in dono.

Don Giuseppe Iotti

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