Diario dal Madagascar – sesta puntata

Diario dal Madagascar – VI puntata

DIARIO DAL MADAGASCAR VI LETTERA

23 maggio 2021 – Solennità di Pentecoste

 

“Quel sì a Lui non può essere promesso con superficialità, ma deve essere continuamente riscoperto,

e ri-pronunciato con una forza, una lucidità e una carità nuove”

Vescovo Massimo, Messa del Crisma 2021

Carissimi,

sono già diversi mesi che sono ripartito dall’Italia per continuare il mio servizio qui in Madagascar e già da tempo pensavo di scrivervi una lettera di racconto. Sono già al quarto anno di missione, eppure ci sono tante cose che continuano a stupirmi, a commuovermi e talvolta pure a spiazzarmi.

Ho voluto introdurre questa lettera con una citazione del Vescovo ai preti della nostra Diocesi. Questo breve passaggio della sua omelia mi ha colpito molto perché sto vivendo una stagione di “riscoperta” della mia vocazione. Questo ultimo anno e mezzo è stato certamente particolare per tutti. Lo è stato per voi in Italia costretti alla quarantena talvolta totale, lo è stato per motivi diversi per noi qui in Africa. Noi siamo stati appena lambiti dalla pandemia, nel senso che di casi ce ne sono comunque tanti, ma nulla di paragonabile con ciò che è avvenuto in Europa. Piuttosto abbiamo dovuto fare i conti con una scarsissima organizzazione sanitaria e una serie di ritardi e controsensi tipici di questa parte di mondo. Le vittime della prima e della seconda ondata messe assieme superano di poco i 500 (ovviamente secondo i dati ufficiali non verificabili) ma una politica feroce di restrizioni e confinamenti aggravano ancora di più la precaria situazione della gente.

Tuttora siamo in semi-confinamento, nessuno straniero da qualsiasi nazione provenga, per qualsiasi motivo può entrare in Madagascar fino a tempo indeterminato, le chiese non possono ospitare più di 100 persone per volta (per cui immaginate le corse da fare al sabato e alla domenica), oratorio e catechismo sospesi così come qualsiasi altra attività proposta dalla parrocchia. In particolare ho dovuto rinunciare alle visite pasquali alle famiglie da tempo pensate e alle attività con i bambini all’oratorio e i giovani della città. Nonostante tutto, la situazione sembra decisamente in miglioramento in tutta l’isola per cui siamo abbastanza fiduciosi di aver superato anche questa seconda ondata e di poter riprendere presto la nostra programmazione pastorale. Qui a differenza dell’Italia non dovrebbe volerci molto per tornare alla normalità e recuperare quel poco che ha la gente, per cui il giorno in cui verrà proclamato il deconfinamento saremo tutti pronti per ripartire, leccandoci un po’ le ferite, rammaricati per tutti questi mesi vissuti al rallentatore, ma pieni di fiducia per il futuro.

Proprio il futuro, il pensiero di tutte le cose che si potrebbero e dovrebbero fare mi dona tanta fiducia e ottimismo. Non vi nascondo che sto passando un periodo impegnativo, da 16 mesi ad oggi non ci sono più i volontari, poi pian piano la comunità si è ridotta sempre di più. C’è stata la parentesi dello scorso settembre in cui sono stato in Italia e ho rivisto tante persone care e generose. Ma poi da allora è iniziato un periodo faticoso e piuttosto solitario fino ad oggi. Faticoso non significa necessariamente non fruttuoso nel senso che ci sono state comunque tante novità, tanti nuovi incontri e situazioni che mi hanno permesso di riscoprire l’impegno e la vocazione di essere sacerdote al servizio di questa gente.

Proprio il futuro, il pensiero di tutte le cose che si potrebbero e dovrebbero fare mi dona tanta fiducia e ottimismo. Non vi nascondo che sto passando un periodo impegnativo, da 16 mesi ad oggi non ci sono più i volontari, poi pian piano la comunità si è ridotta sempre di più. C’è stata la parentesi dello scorso settembre in cui sono stato in Italia e ho rivisto tante persone care e generose. Ma poi da allora è iniziato un periodo faticoso e piuttosto solitario fino ad oggi. Faticoso non significa necessariamente non fruttuoso nel senso che ci sono state comunque tante novità, tanti nuovi incontri e situazioni che mi hanno permesso di riscoprire l’impegno e la vocazione di essere sacerdote al servizio di questa gente. Ecco allora che si inserisce la citazione del vescovo che accennavo all’inizio: la propria vocazione deve continuamente essere riscoperta, affinché il sì possa essere ri- pronunciato con forza, lucidità e carità nuova.Certamente lo stare nel mio ministero di parroco di fronte alle tante esigenze delle persone, i bisogni di sempre accentuati dal confinamento, la difficoltà a programmare e proporre attività ai malgasci e pure agli italiani, il nuovo corso della vita comunitaria, mi costringono a rinnovare nella carità il significato del mio essere qui. È certamente il tempo più impegnativo in questi nove anni di vita sacerdotale, non mi aspettavo di arrivarci così affaticato, ma questo mi permette di fare luce su tanti aspetti finora poco affrontati e interiorizzati, e forse non scelti fino in fondo.

Ciò che mi dà maggiore forza è la convinzione di essere nel posto giusto, in un ministero non scelto ma affidato e che deve essere custodito. Inoltre, le enormi potenzialità di bene che si possono fare, gli stimoli continui, le idee che continuano a brulicare nelle mente e nell’immaginazione mi fanno essere ottimista e fiducioso che dopo la prova, allora si riapriranno quegli orizzonti sconfinati di bene che il Signore ci offre la possibilità di fare.

A dire il vero quest’anno ci sono state comunque tante belle novità che hanno dato un po’ di colore al grigiume della pandemia. Prima fra tutte l’inaugurazione delle nuova, grande casa dei sacerdoti e dei volontari. Abbiamo fatto l’inaugurazione il 31 gennaio assieme alla dedicazione dell’oratorio a Carlo Acutis. È stata una festa meravigliosa, molto partecipata e gioiosa. Poi, prima di Pasqua siamo entrati in casa e abbiamo cominciato a viverla. Ora sono da solo, e mi sembra tutto molto vuoto e silenzioso ma sto preparando le stanze, il giardino, l’accoglienza per il prossimo ritorno di don Simone e l’arrivo di Annamaria e delle altre ragazze. Speriamo che possano partire tutti presto, anche se almeno per ora gli aeroporti sono chiusi, ma confido che in luglio potranno arrivare. Così come il viaggio missionario che tanto è stato apprezzato nel gennaio 2020, speriamo di poterlo riproporre in sicurezza il prossimo anno.

A dire il vero quest’anno ci sono state comunque tante belle novità che hanno dato un po’ di colore al grigiume della pandemia. Prima fra tutte l’inaugurazione delle nuova, grande casa dei sacerdoti e dei volontari. Abbiamo fatto l’inaugurazione il 31 gennaio assieme alla dedicazione dell’oratorio a Carlo Acutis. È stata una festa meravigliosa, molto partecipata e gioiosa.

Inoltre sono molto soddisfatto dei progetti che abbiamo avviato, in accordo col centro missionario e grazie alla vostra generosità. Colgo l’occasione per ringraziarvi per tutte le donazioni che ci avete fatto, ne ero certo, me l’aspettavo, e sono contento di potervi assicurare che tutti i progetti sono finanziati sia per quest’anno e pure per il prossimo. Questo significa che il mio prossimo soggiorno in Italia sarò meno preoccupato di trovare le risorse per le attività nella mia parrocchia; avrò più tempo da dedicare al riposo, alla famiglie, alle amicizie e anche a Dio. Il progetto di Tsararano procede alla grande, siamo riusciti a sostenere tutti gli stipendi degli insegnanti e a migliorare le condizioni dei bimbi… il prossimo mese li porterò in gita tutti assieme per alcuni giorni. Inoltre l’alfabetizzazione degli adulti è decollata e ci sono 13 insegnanti che offrono il loro servizio a circa 200 studenti in 11 luoghi diversi. O ancora la Caritas e la mensa bimbi.. grazie anche all’impegno di alcuni volontari della parrocchia ora tutti i giorni sono offerti due pasti a diversi bambini in difficoltà, offrendogli anche la possibilità di studiare a scuola, inoltre il centro d’ascolto che accoglie i più bisognosi una volta alla settimana. L’oratorio per ora è chiuso così ci siamo concentrati sulle attività con gli animatori; abbiamo fatto alcune uscite e in particolare in queste ultime settimane di Pasqua i giovani hanno visitato le chiese in campagna proponendo ai bambini le attività dell’oratorio.. è stato molto bello vedere come le medesime formule di oratorio che ho conosciuto e apprezzato in Italia, possono essere utili anche qui.

Ci sono tanti momenti, episodi, che vorrei raccontarvi, ma non vorrei dilungarmi troppo. Mi piace essere essenziale nello scritto e darvi appuntamento al mese di settembre come d’abitudine, quando avremo la possibilità di incontrarci e parlare dal vivo di tutto quanto. Ho molta voglia di raccontare e di sfogarmi in lingua italiana con tutti coloro che avrò la fortuna di incontrare. Ora vado, perché fra poco gli scout inizieranno qui in chiesa una lunga veglia notturna in preparazione alla festa di Pentecoste, in cui si faranno e si rinnoveranno le promesse. Domani andremo in uscita in un luogo molto bello recentemente scoperto in un angolo del nostro distretto e anche a me verrà consegnato il fazzolettone come guida spirituale. Un po’ come nel 1993 a Boccassuolo, farò la promessa scout, solo in un’altra lingua e in una condizione decisamente diversa, ma con le medesime parole. Coglierò l’occasione anche per visitare molte famiglie che abitano nella zona e che da qualche tempo si sono fatte conoscere e desiderano i sacramenti. Speriamo nella grazia dello Spirito affinché tutto venga fatto bene.

Domani andremo in uscita in un luogo molto bello recentemente scoperto in un angolo del nostro distretto e anche a me verrà consegnato il fazzolettone come guida spirituale. Un po’ come nel 1993 a Boccassuolo, farò la promessa scout, solo in un’altra lingua e in una condizione decisamente diversa, ma con le medesime parole. Coglierò l’occasione anche per visitare molte famiglie che abitano nella zona e che da qualche tempo si sono fatte conoscere e desiderano i sacramenti. Speriamo nella grazia dello Spirito affinché tutto venga fatto bene.

Vi saluto allora, vi chiedo di ricordarmi nella vostra preghiera, in famiglia, nelle comunità e nelle parrocchie e spero di poter continuare a annunciare l’universalità della nostra chiamata anche in questi tempi incerti. Del resto speriamo di voltare pagina e affidiamo questo tempo a Maria, nel mese di maggio, affinché possa essere comunque fecondo il nostro operato.

A presto, che il Signore vi benedica,

don Luca

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