Comunità in dialogo. Maria regina ci guida ai misteri della gloria

Il racconto degli amici della piccola comunità di famiglie “Maria regina” afferma che i misteri della gloria ci aiutano ad ammirare, ad adorare e desiderare il cielo

Non è stato facile per noi, della comunità di Maria Regina, cercare di esprimere i nostri sentimenti e le nostre riflessioni sui misteri della gloria in così pochi minuti. Siamo sette famiglie, tutte consacrate a Maria, nella certezza che affidando a Lei la nostra vita saremo condotti per mano a Dio. Ogni anno rinnoviamo questo affidamento recandoci in un Santuario a Lei dedicato.

Certamente alcune cose che diremo sono già state dette, ma il fatto che la radice (che è don Pietro) da cui proviene la nostra devozione a Maria e alla preghiera del Rosario è la medesima, lo rende possibile.

“Se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede” (1Cor 15)

La Resurrezione è la base della nostra fede, così come gli altri misteri gloriosi.

I misteri gloriosi diventano anche motivo della nostra speranza: “anch’io desidero essere risorto, anch’io anelo alle cose di lassù, desidero ricevere lo Spirito Santo, desidero regnare, cioè vivere liberato dai legami terreni per servire il regno di Dio con Maria”.

La speranza è la virtù che come comunità abbiamo cercato di coltivare. Speranza che sappiamo essere certa e nel nostro cammino terreno ci fa essere sempre in un atteggiamento di ricerca e di crescita per arrivare alla pienezza della santità, cui siamo chiamati.

I misteri gloriosi ci aiutano ad ammirare, ad adorare e desiderare il cielo, perché ci parlano della grandezza e della potenza di Dio; un Dio che però non si limita a godere in Sé stesso delle Sue perfezioni, ma si gloria anche di comunicarle, in un primo momento a Maria che le sa accogliere nella Sua umiltà e per grazia diventa piena di Dio; in un secondo momento, per mezzo di Lei, anche a tutti gli uomini che sono nelle sue stesse disposizioni interiori.

Dio ci vuol dare tutto per mezzo di Maria. Membro associato alla Trinità, si definisce “onnipotenza supplichevole” (quaderno 41 don Pietro)

Maria è simbolo, icona della vera comunione, perché dicendo “sì” alla proposta di Dio si mette nella disposizione di relazionare ed accogliere ogni cosa che verrà da Dio per farla propria, così come “membro associato alla Trinità” diventa partecipe di tutta la Trinità in una comunione perfetta, e per questo eterna, con Dio.

I misteri gloriosi, come anche gli altri misteri, ci parlano di comunione, ma da un punto di vista loro proprio:

-Comunione con Dio che ci associa alla resurrezione del Figlio; Gesù ci prepara un posto vicino a Lui, ci riempie del suo Spirito e in Maria è come se ci dicesse: “è vero tutto ciò! Guardate a Lei Assunta e Regina! Così sarete anche voi!”

-Comunione tra noi, perché Dio ci salva come popolo, come famiglie, come comunità e come Chiesa nella dinamica della vita da risorti, del tendere alle cose di lassù, del vivere nel Suo Spirito, accompagnati da Maria, che come Regina si mette al nostro servizio, perché anche noi impariamo a collaborare per la realizzazione del regno di Dio.

Come comunità abbiamo sempre posto la preghiera del Rosario alla base di ogni nostro incontro e di ogni nostra giornata, perché siamo convinti che è prima di tutto dalla preghiera insieme che nasce la comunione. Abbiamo sempre affidato a Maria ogni gioia, ogni dolore, ogni momento della giornata sia nostro che degli altri che ci sono vicini, ma anche di quelli che sono lontani, convinti che Lei come Madre nostra e della Chiesa sa intercedere nel modo migliore presso Dio. “In Paradiso Maria Regina quale grazia non chiederà per noi al Signore, per il nostro maggior bene?”.  La recita dei misteri gloriosi ci porta a pensare al nostro futuro che speriamo sia nella condivisione della gioia del Paradiso, nella comunione dei Santi assieme a Maria, a don Pietro e tutti gli amici e familiari che ci hanno preceduto e che ci aspettano.

Ancora, i misteri gloriosi ci fanno riflettere sul fatto che ogni gesto, anche la più piccola azione della nostra vita deve tendere alla santità, ad un profondo desiderio di Paradiso e di comunione con Dio. Esclamava spesso don Pietro: “Ah! quando saremo in Paradiso! …” Da cui trapelava quel desiderio, quasi vissuto, di pace e di visione di Dio!

Per concludere ci auguriamo che ognuno di noi, ogni famiglia, ogni giovane possa realizzare quella chiamata alla santità alla quale don Pietro spesso ci esortava.

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