31° anniversario Mons Pietro Margini – Omelia don Paolo Ferrari

31° anniversario della morte di Mons. Pietro Margini

Prima Lettura

Dio è amore.Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 4,7-10

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di  lui.

In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale
Dal Sal 71 (72)

R. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto. R.

Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.
Ai poveri del popolo renda giustizia,
salvi i figli del misero. R.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra. R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.  (Cfr. Lc 4,18)

Alleluia.

Vangelo

Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,34-44

In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».

E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero loro; e divise i due pesci fra tutti.

Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Parola del Signore

Omelia don Paolo Ferrari

La giornata di oggi è da noi sempre attesa e vissuta con grande emozione perché ricordiamo l’anniversario della salita al cielo di monsignor Pietro Margini, fondatore, con il suo carisma, del Movimento Familiaris Consortio, da cui tutto si è sviluppato, anche la Comunità Sacerdotale.

Raccolti in preghiera stasera, siamo noi tutti un po’ coinvolti dalla grazia di quest’uomo, di questo sacerdote. Anche se nessuno di noi qui presenti l’ha conosciuto in vita, non viene tolta l’importanza e la preziosità della sua opera che ha permesso il nostro incontro insieme stasera e ha condotto le nostre strade lontano, fin qui a Roma.

E il ricordo va, per ciascuno di noi, ai momenti salienti in cui il Signore si è fatto prossimo attraverso il ministero di monsignor Pietro Margini e i suoi frutti.

Mi vengono in mente le parole di don Luca, il giorno in cui è stata benedetta la casa dedicata a monsignor Pietro Margini a Sant’Ilario, in cui descriveva la sua paternità e come si estendeva anche dopo la sua morte a tutti coloro che si erano ritrovati nel Carisma, dato dal Signore alla Chiesa attraverso questo suo amato sacerdote.

Lascerò, in questa giornata così importante, che siano proprio le parole di monsignor Pietro Margini a illuminarci.

Così diceva durante un ritiro di tanti anni fa in cui sviluppava la riflessione sulla relazione che c’è tra la nascita di Gesù e la famiglia, preziosi passaggi che illuminano il mistero del Natale che stiamo vivendo.

«Gesù ha scelto la famiglia e l’ha resa veramente il tempio in cui opera la grazia e la Provvidenza di Dio. Ha voluto nascere in una famiglia, ha voluto crescere in una famiglia e ha custodito l’ambiente famigliare fino a trent’anni e poi ha trasferito l’ambiente famigliare in una comunità: la comunità degli apostoli è stata la famiglia che ha prolungato l’altra famiglia».

In queste parole si vede l’importanza che ha, per don Pietro Margini, la cura, la delicatezza della famiglia, ma soprattutto emerge come la famiglia sia un’opera di Dio.

Dio stesso ha scelto di nascere e crescere nella famiglia per fare esperienza di quella fraternità di Dio di cui doveva essere portatore e comunicatore a tutti gli uomini.

Egli ha voluto che anche suo Figlio Unigenito fosse plasmato dall’amore nella famiglia perché fosse poi capace di annunciare questo amore ad ogni uomo.

Continua poi meditando sulla vocazione alla famiglia con parole valide anche per noi oggi:

«Noi dobbiamo onorare la nostra famiglia, noi dobbiamo santificare la nostra famiglia, renderla come la famiglia di Nazareth in cui nasce Gesù, e prolungare la nostra famiglia nella nostra comunità che vuol essere sul tipo della comunità apostolica, per vocazione.».

In queste parole troviamo l’invito continuo di Dio a santificarci, a cercare, a tendere e ad arrivare alla gioia profonda nella nostra vita.

La strada che mons. Pietro indica, ispirato dalla vita di Gesù, è l’attenzione e la cura alla famiglia, onorarla e santificarla, finché queste disposizioni arrivino a santificare la  comunità che è la Chiesa.

Dalla vita interiore, dal vivere ascoltando la vocazione che Dio ci ha donato, nasce la necessità di santificare la famiglia e e dall’intimità della famiglia viene lo slancio per santificare la Chiesa.

La famiglia la si comprende, la si vive a partire da uno sguardo di fede: è per la fede che il Signore ci chiama alla vocazione. Ciascuno di noi ha una vocazione: quella della famiglia.

È Dio che ci chiama a fare famiglia, a custodirla e a lasciarci custodire da essa.

Il mistero contemplato nel Natale, l’Annunciazione di Maria Santissima e il sogno di san Giuseppe, sono eventi speciali, ma la vocazione a essere famiglia è la stessa identica in tutte.

È il Signore che chiama a questo ed è nella fede che fa fiorire i nostri doni, è nella fede che dobbiamo vedere e vivere il nostro essere famiglia. Se manca questo tassello, mancherà un fondamento importante nella nostra vita e saremo tentati di cercare altrove la sazietà del nostro cuore. Ma il nostro cuore non si sazia di cose, non si sazia di emozioni, né di situazioni, ma si sazia della volontà di Dio, si sazia dell’amore profondo. Ecco, allora lo sguardo di fede che rinnova profondamente la nostra vita.

Dice ancora monsignor Pietro:

«È la nostra famiglia lì dove Dio ci ha chiamato. È lì dove noi dobbiamo dare i frutti. Un albero deve fiorire e fruttificare dove è piantato. La famiglia tua la  devi vedere come la  tua santificazione».

La santificazione viene dallo sguardo di fede sulla nostra vita che la riconosce come vocazione: come vita in relazione con Dio. Questo sguardo viene custodito nella preghiera.

La preghiera e il sacrificio diventano gli strumenti per vivere la fede, per vivere d’amore, perché l’amore si costruisce giorno dopo giorno.

La preghiera è questa unione con Dio, sempre.

Il sacrificio è permettere a Dio di mostrare la Sua Misericordia attraverso la nostra carne.

Sia lodato Gesù Cristo

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