Omelia del 21 Febbraio 2020, 1 Domenica di Quaresima
Don Benedetto Usai
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Se mai ci fossimo dimenticati che Dio non ci ha abbandonati a noi stessi, anzi, ha stretto con noi una alleanza di vita, che nella prima lettura, con una insistenza paterna, ci viene ricordata per ben quattro volte, Gesù, dopo trent’anni in cui si è raccolto con il Padre per accogliere e abbracciare la sua Volontà, si presenta al mondo è annuncia: ‘Il Tempo e’ compiuto’. Non c’è altro significato che il tempo possa attendere che non sia Gesù Cristo, che come una lente di ingrandimento, ci fa vedere l’opera che Dio compie nella vita di ciascuno, sollecitandoci con calore alla conversione del cuore. Non è un obbligo è una scelta, sostenuta nelle sue fondamenta dalla paternità di Gesù, che ha scelto nello Spirito di lasciarsi tentare da Satana, uscendone vittorioso, per darci fiducia nelle nostre lotte quotidiane, non come un super uomo che ha dei poteri straordinari, ma come un Figlio che si china per ricevere l’amore di Colui che gli da vita: il Padre. Noi siamo forti in Lui, non senza di Lui, solo per Lui.
‘Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall’Egitto gli Israeliti?». Rispose: «Io sarò con te’. (Es 3, 11-12). Di fronte ad una tentazione, può essere di egoismo e di orgoglio, come ne usciamo vittoriosi? Convocando Lui, chiamando la sua intercessione, invocando la compagnia dello Suo Spirito. Ma come, senza neppure provare a combattere? Per noi è una umiliazione!!! Si, lo è, però questa è la nostra vittoria. Il Signore ci doni un cuore umile, cosciente della sua paternità, forte della sua amicizia.