Omelia XXXII Domenica del Tempo Ordinario
Senza intervalli
Sap 6, 12-16; 1 Ts 4, 13-18; Mt 25, 1-13.
La parabola del Signore è molto significativa: noi dobbiamo essere fedeli. La fedeltà dimostra il nostro amore, dimostra la nostra fede, dimostra la nostra buona volontà. Per questo i credenti sono chiamati “i fedeli”: coloro che non seguono il Signore con intervalli, che non vogliono dare quello spazio alla tentazione che si chiama «crisi».
Vogliono testimoniare che il Signore è tutto, che il Signore va servito in ogni occasione in tutta la vita, che l’amore, se è vero, è perseverante. Abbiamo bisogno di capirlo bene come un amore, che non è perseverante, non merita neanche il nome, non merita neanche la definizione. Abbiamo bisogno dì capire che tutta la nostra vita dev’essere una dimostrazione e una testimonianza.
Noi dobbiamo dare al Signore il nostro cuore e tutto quello che è in nostro potere: il nostro tempo, le nostre energie, le nostre possibilità. Dare al Signore. Com’è brutta la figura di un egoista che non dà al Signore, che pretende solo, che vorrebbe sempre le cose facili, le cose gioiose, le cose che ogni giorno il nostro potere vorrebbe così insistentemente.
Lasciamo allora la nostra capricciosità, la nostra incoerenza, la nostra superficialità e doniamoci al Signore. Siamo veramente fedeli, fedeli fino in fondo, fedeli nelle occasioni, fedeli nelle contrarietà, fedeli nei pericoli, fedeli in mezzo alle nostre tentazioni, fedeli in mezzo alle nostre suggestioni, fedeli sempre, fedeli in amore, fedeli come è stata fedele la Vergine Maria, «Virgo fidelis, Vergine fedele» la chiamiamo: è proprio così, noi dobbiamo seguirla nel nostro servizio a nostro Signore.
Abbiamo bisogno di capire che siamo misurati dalla nostra fedeltà, che è nella nostra fedeltà che possiamo meritare. Dice l’Apocalisse: “Sarà incoronato colui che è stato fedele”. Guardiamo la nostra vita se è stata fedele, se è stata fedele nella preghiera: quante interruzioni! Quante disattenzioni! Quante svogliatezze! Se è stata fedele nella presenza generosa alla Liturgia: come spesso si è distratti! Come spesso si è presenti col corpo e assenti con l’anima! Fedele nella pratica dei nostri propositi, che sono come bolle di sapone, si rompono subito! Sembrano belle, colorate, graziose, poi si spezzano, così sono tanti nostri propositi.
Non realizziamo. Non realizziamo perché non crediamo abbastanza, non siamo abbastanza convinti, non vinciamo la nostra pigrizia, la nostra neghittosità, la nostra smania di tendere a qualche cosa che ci diverte o almeno che ci distrae.
Bisogna che oggi sentiamo il richiamo forte, il richiamo della Liturgia e il richiamo è ben preciso: noi dobbiamo, dice la prima lettura, essere nella sapienza e la sapienza è proprio così, quella che ci è dettata dallo Spirito Santo che è in noi. Lo Spirito ci aiuta, lo Spirito ci guida, lo Spirito ci indirizza.
Lasciamo allora la nostra capricciosità, la nostra incoerenza, la nostra superficialità e doniamoci al Signore. Siamo veramente fedeli, fedeli fino in fondo, fedeli nelle occasioni, fedeli nelle contrarietà, fedeli nei pericoli, fedeli in mezzo alle nostre tentazioni, fedeli in mezzo alle nostre suggestioni, fedeli sempre, fedeli in amore, fedeli come è stata fedele la Vergine Maria, «Virgo fidelis, Vergine fedele» la chiamiamo: è proprio così, noi dobbiamo seguirla nel nostro servizio a nostro Signore.