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“Insegnaci a pregare”! La versione 2.0

All’indomani della pubblicazione di “Insegnaci a pregare” (raccolta di preghiere composte da Monsignor Pietro Margini, anno 2018), sono state rinvenute altre preghiere autografe che ora trovano posto nella seconda edizione.  Abbiamo intervistato la curatrice Maria Spaggiari.

Come definiresti il libro?

Tascabile, prezioso… un “mai-più-senza”, cioè irrinunciabile. È un libro che sta comodamente in borsetta e contiene una preghiera per ogni situazione. È l’opportunità di rivolgere un pensiero a Dio nel corso della nostra routine frenetica. È l’opportunità di invitare il Signore a prendere spazio nel nostro cuore.

Raccontaci un aneddoto su una delle nuove preghiere!

Mi è stata consegnata una preghiera ritrovata casualmente in una agenda del ‘ 75: il proprietario non ricordava più di averla, si è imbattuto casualmente nel manoscritto mentre stava riordinando la sua casa da cima a fondo. Mi ha contattato e mi ha mandato il testo. Per me e per tutti continua la scoperta di parole inedite di don Pietro, che rivelano il suo cuore di padre. Un cuore così grande da contenere tutte le gioie e le preoccupazioni dei suoi figli, quelle piccole e quelle grandi. Lui non solo pregava per noi, ma scriveva preghiere che noi potessimo utilizzare. Voleva dare un linguaggio preciso al nostro rivolgerci al Padre. Nasce così, ad esempio, la preghiera per ottenere il dono di un figlio, consegnata ad una donna che non vedeva realizzarsi il suo desiderio di maternità.

Cosa hai scoperto di don Pietro?

Mi ha sorpreso il suo essere anche poeta. Ha composto infatti un inno al Sacro Cuore per la recita comunitaria delle Lodi. Un don Pietro in parte inedito!

Quale è la tua preghiera preferita in questa nuova edizione?

La mia preferita è “Ave Maria della Resurrezione”: Lui attingeva alla ricchezza della tradizione della Chiesa e nello stesso tempo aggiungeva un bagliore nuovo, espressione dell’aspirazione dell’anima. Della sua anima e di ogni anima. Vi invito a leggerla!

Un’altra preghiera che apprezzo tantissimo è “Consacrazione delle famiglie”: un capolavoro che richiama alla grandezza della propria vocazione. Sottolinea come sia possibile in ogni situazione quotidiana vivere ciò a cui si è chiamati: nel lavoro, nell’ora della confusione e del dubbio come nella gioia.

Cosa vuoi dire del don Pietro che tanto ami?

“Quando non trovate le parole per le vostre preghiere, attingete a quelle dei Santi”, ci diceva spesso. Noi desideravamo tanto le preghiere scritte da lui per questo motivo: eravamo certi di avere con noi un uomo di Dio. Mi auguro che presto sia riconosciuto dalla Chiesa con la canonizzazione.

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