Veramente! – Omelia don Pietro Margini

Omelia giorno di Pasqua

Veramente!

 

At 10, 34. 37-43; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9.

È veramente risorto. È un fatto storico a fondamento della nostra fede, della nostra gioia, della nostra speranza. È veramente risorto! Cos’hanno fatto gli Apostoli? Qual è stata la loro missione? Andare per tutto il mondo secondo il suo comando e annunciare questa risurrezione e annunciare questa attesa, questa soavissima e fortissima speranza.

È proprio la festa di oggi la grande festa, è la grande festa di noi tutti che crediamo, la grande festa della Chiesa e la festa di chi sa che non sono sentimentalismi, che non sono forme di vaga religione, ma che Cristo Risorto ha dimostrato la sua divinità, la necessità di accogliere la sua parola: veramente Gesù è il Figlio di Dio, è l’ambasciatore del Padre, è quello che ci porta al Padre. La nostra gioia dev’essere una gioia piena.

Credere ed essere, con la nostra vita e con le nostre parole, testimoni di questa risurrezione. Dobbiamo essere veri testimoni, perché un cristiano dev’essere convinto di ciò che professa, deve essere convinto di quello che fa, deve essere convinto di quello che ha posto a fondamento della sua vita. Non è un testimone un cristiano sonnacchioso, un cristiano disperso, un cristiano egoista, un cristiano che mette prima i soldi poi il resto, il cristiano che mette prima se stesso nelle sue sregolate passioni.

Dobbiamo essere testimoni di Cristo nella nostra vita personale, nella nostra vita di famiglia, nella nostra vita di società. Dobbiamo essere testimoni, cioè coloro che dimostrano la verità della nostra fede proprio così, mostrando che non è una cosa che passa, è una cosa che resta, la fede in Cristo Risorto è la roccia sulla quale costruire tutta la vita.

Dobbiamo essere testimoni di Cristo nella nostra vita personale, nella nostra vita di famiglia, nella nostra vita di società. Dobbiamo essere testimoni, cioè coloro che dimostrano la verità della nostra fede proprio così, mostrando che non è una cosa che passa, è una cosa che resta, la fede in Cristo Risorto è la roccia sulla quale costruire tutta la vita. Oh, veramente dobbiamo essere entusiasti!

Oh, veramente dobbiamo essere entusiasti! Veramente ci dobbiamo scambiare gli auguri, ma di cuore: gli auguri di vivere di Lui, di agire in suo nome, di avere una speranza che gli altri non hanno, di avere un amore che gli altri non possiedono, di avere una logica che gli altri non possono avere. Gli altri, quelli che non credono, pensano che la vita venga dal nulla e che la vita finisca nel nulla. Noi ci ribelliamo a questa idea, ci ribelliamo perché non è vera, perché è falsa, perché è nichilista, è il niente che si mette nella vita e nel perché della vita, e nei sacrifici della vita, e nei sacrifici per la propria famiglia, e nei sacrifici per il bene di tutti.

Noi sappiamo: Cristo è risorto e allora questa scienza, questa conoscenza ci muove, ci dà il vero tono, ci dà il vero perché di tutto: il perché della preghiera, del dovere, della famiglia, della fraternità universale, perché non ci dobbiamo smarrire. Troppi hanno abusato del nome di cristiani e nella pratica non lo sono stati. Noi facciamo il proposito di essere dei cristiani così convinti, così logici da tradurre ogni giorno la Parola del Signore e ritenere la sua Parola la Verità, la Verità sulla quale dolcemente, fortemente ci possiamo abbandonare.

Dice la Sequenza che abbiamo recitato: “Raccontaci Maria, che hai visto sulla via?”. Cos’abbiamo visto nella via? Abbiamo visto Cristo, abbiamo creduto in Cristo, amiamo Cristo, Lo vogliamo sempre più amare; vogliamo, con l’intercessione della Beata Vergine, realizzare una vera e forte sequenza di cose cristiane, una vera e propria sequenza. che viene da questa Sequenza del giorno di Pasqua: una sequenza forte, bella, generosa in ogni occasione.

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