Omelia Solennità di Cristo Re, 24 Novembre 2019
E il ladrone disse “Salva te stesso!”
Coloro che gridano verso Gesù sofferente diventano voce, più o meno consapevolmente, di ogni uomo che cerca una risposta che confermi la presunta verità della propria esistenza.
“Tu che ti sei fatto Dio, facci vedere che hai il suo potere e rendi muta e inoffensiva la croce”.
Se lo fai ti crederemo, daremo peso diverso alle tue parole, anche se è sempre più evidente che il loro valore è scemato. Perché quando ti chiediamo di esaudire una nostra sentita richiesta, non ci ascolti e ci lasci inermi e impotenti dentro al nostro dolore?
Siamo stanchi di chiedere, tanto sappiamo già come va a finire, questa è la vita è nessuno puo’ cambiarne il corso.
Siamo diventati ‘schiavi’ di uno sguardo solo orizzontale che si nutre di soluzioni immediate qui e ora e non sa abbandonarsi ad un futuro che non può essere programmato. Salva te stesso, adesso e non distrarci.
Cosa dà respiro al nostro presente? Il futuro che ci sta davanti che non conosciamo, perché è solo di Dio.
Qui inizia il nostro dramma; noi possiamo leggere gli oroscopi, interpellare le carte o, nella peggiore delle ipotesi presi dalla disperazione, vendere la nostra anima al diavolo: purtroppo lui sa come trovare le strade per il nostro successo personale….‘sii tu il dio di te stesso’ recitava una canzone, chi incontri sulla tua strada è solo un ostacolo da abbattere.
E così il ladrone disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Ed Egli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Il buon ladrone spalanca le porte al futuro dell’uomo sulla terra; la sua professione di fede apre uno squarcio luminoso alla nostra pretesa e ci risolleva dalla polvere in cui siamo precipitati: rialzati, smetti di piangere, stai fermo. Permettimi di lavarti gli occhi, affinchè tu ci veda di nuovo e per non cadere più nei solchi che ti avevano fatto inciampare; lascia che ti offra un abito pulito che copra le tue nudità e che ti protegga dal freddo della notte; dammi la mano, fidati, non temere. Ti ho cercato per portarti la vicinanza di Dio e perché tu sappia che era con te su quella croce; il peso che sentivi sulla spalla era la sua mano che cercava un appoggio per non cadere.
Rifletteva così una giovane mamma che si è trovata a dovere affrontare situazioni gravose e inaspettate proprio durante la sua gravidanza.
‘Credo che sia del tutto umano domandarsi “Perché a me? Perchè permette questo? Perché proprio adesso?” Risulta sbagliato intestardirsi su queste domande che hanno come approdo la colpevolezza di Dio e una visione distorta di Lui. “Sono convinta che il Signore mi parla nella vita quotidiana, educandomi a non allontanare le preoccupazioni che mi presenta, ma ad abbracciarle come ha fatto Lui sulla croce con il buon ladrone”.
Da cosa dipende il nostro futuro? Solo da chi non si dimentica di me, perché mi ha presente sempre, e non teme le mie cadute. Una maestra mi ha raccontato questo episodio:‘Avevo fretta, mio figlio mi aspettava in atrio, dovevo ancora preparare il pranzo; mentre uscivo mi ha bloccato una mamma in corridoio e mi ha confidato che non si sentiva ascoltata dalla maestra di suo figlio. Ho capito che dovevo stare lì, mi sono fermata, e l’ho ascoltata fino alla fine. Anche questo è’ l’oggi di Dio, che trasforma i nostri imprevisti in vita nuova, la sua Vita.