Omelia Ascensione del Signore. Accompagnati dalle parole di don Pietro Margini (1917-1990), per vivere con frutto questo tempo prezioso.
At 1, 1-11; Eb 9, 24-28; 10, 19-23; Lc 24, 46-53
La festa dell’Ascensione del Signore è un motivo di profonda gioia, di una gioia così grande che informa e trasforma la vita perché noi lo sentiamo come siamo fatti per il cielo, fatti, redenti, amati, guidati per il cielo. Noi non siamo per la terra perciò tutte le vicissitudini, tutte le cose della terra sono passeggere, “transeunti”, sono delle cose relative.
Una sola cosa allora è assoluta: è possedere Dio!
E allora perché siamo pigri, perché la nostra vita spirituale non è un’ascensione? E allora perché siamo tanto lenti a realizzare quelle opere di vita che il Signore ci domanda?
È molto triste: la nostra posizione è di un’incoerenza veramente sconcertante.
Oggi ricordiamo come è salito nella gloria il Capo del nostro Corpo, oggi sappiamo che un Corpo è unito e, se è salito il Capo, è dunque certissimo che vi salgano le membra.
Questa certezza dobbiamo tradurla in uno sforzo continuo di assomigliarci a Gesù, di disegnare in noi quei tratti e quelle linee che sono nel Signore perché non è uno sforzo vago, non è qualcosa come battere nell’ astratto. La strada per salire al cielo, per essere in comunione totale con Cristo nella gloria, è essere simili a Lui in questa terra, nel poco tempo di questa terra. Essere in somiglianza con Gesù, in somiglianza con il Suo amore, in somiglianza con la Sua pazienza, in somiglianza con la Sua umiltà, in somiglianza con la Sua accettazione della sofferenza e del dolore. Simili a Lui, senza smarrirci mai, simili a Lui attraverso tutte le circostanze che la vita ci presenta. Simili a Cristo!
La missione Sua: prima di salire al cielo ha detto “Voi avete il compito di ammaestrare” (Mt 28, 19). Il cristiano deve portare la Parola del Signore e deve portarla nella bocca e la deve portare nelle opere. Perciò ecco la logica conclusione: investirci completamente di Cristo secondo la Parola della Scrittura “Rivestitevi di Cristo” (Rm 13, 14).
Possa il Signore, e ripetiamo le parole dell’apostolo, “Possa egli illuminare gli occhi della nostra mente per farci comprendere a quale speranza che egli ci ha chiamati, quale tesoro di grazia e di gloria racchiude la sua eredità tra i santi” (Ef 1, 18).
Animiamoci allora, animiamoci a fare molto, a fare mentre abbiamo tempo, a fare con pazienza, a fare con perseveranza, a fare con umiltà, a fare con amore e il Signore dall’alto della gloria non è assente al nostro sforzo ma è sensibilmente presente secondo quanto dice il Salmo “Tu mi hai preso per la mano destra e mi hai condotto” (Sal 73, 23).
Sì Signore, ripetiamolo, mi lascerò condurre perché dove mi conduci tu c’è la perenne gioia e la perenne gloria.