Racconto dell’esperienza estiva del Movgiovani: il pellegrinaggio Assisi-Roma e il servizio al Circo Massimo con Giovani&Riconciliazione
Zaini buttati alla rinfusa, teli e materassini stesi sull’erba polverosa del Circo Massimo. Ottantamila persone pressate l’una addosso all’altra sotto un sole spietato. Stanchi e sudati certo, ma anche pieni di gioia. “Siamo qui” ho pensato, con i brividi sulla pelle. L’emozione che sentivo nel cuore aveva la stessa consistenza di quella della Giornata Mondiale della Gioventù: un mix di euforia, luce e serenità che anche adesso non riesco a descrivere come vorrei. Il Papa ci guardava dai maxischermi con lo sguardo limpido dell’uomo di Dio, mentre le sue parole risuonavano amplificate dagli altoparlanti. “Siate pellegrini sulla strada dei vostri sogni” ha detto. E di strada, dal cinque al dodici agosto, noi del Movimento Giovani ne abbiamo fatta parecchia. Il campo di quest’anno ci ha portato lungo le strade dell’Umbria a visitare la città di Assisi per incontrare due dei suoi santi più importanti, Francesco e Chiara. Durante questi giorni luminosi abbiamo scoperto la bellezza della loro scelta vocazionale, l’importanza dell’umiltà e il coraggio di affidarci totalmente e liberamente alla volontà di Dio. Il soggiorno in Umbria però, non era che un assaggio di ciò che avremmo vissuto successivamente. Il nove agosto infatti ci siamo lasciati le viuzze in salita e le chiese medievali di Assisi alle spalle, e abbiamo proseguito il viaggio verso Roma. La Città Eterna ci ha accolto nel suo abbraccio insieme a decine di migliaia di altri pellegrini provenienti da tutta Italia in occasione del Sinodo dei Giovani, meta ultima del nostro viaggio. Il tema scelto dal Papa, “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, sottolinea ancora una volta l’importanza di rilanciare con forza il ruolo di noi giovani nella Chiesa, come testimoni gioiosi della parola di Dio. Siamo orgogliosi di aver potuto dire “Siamo qui”, animando come Giovani&Riconciliazione le confessioni in due chiese di Roma. Dalle 23.30 fino alle prime ore del mattino, i sacerdoti hanno confessato ininterrottamente più di mille persone, portando a tutti la grazia del perdono di Dio. “[…] attraverso la confessione impariamo a credere e ad amare […] impariamo a fare il bene, a non arrenderci al male, […] a riconoscere l’opera di Dio in noi e attorno a noi […]” scrive Don Sergio Billi, nella sua lettera di ringraziamenti. Personalmente credo che abbiamo tutti il dovere di non sprecare il dono che ci è stato affidato e sono certo che tutto quello che abbiamo vissuto sulla strada del Sinodo, tutte le persone incontrate e le esperienze condivise, ci abbiano avvicinato di qualche passo alla Santità.
Jacopo Azzimondi