Diaro dal Madagascar
– “Manao ahoana ianao?” (come ti va?)
– “Salama tsara aho! Ary ianao?” (sono in buona salute! Va tutto bene. E tu?)
– “Tsara fa misoatra” (bene, ti ringrazio)
Questo piccolo scambio ci aiuta a comprendere molto del modo di fare e di comportarsi dei malgasci. Si, esatto, perché queste poche battute di saluto ci permettono di capire qualcosa della mentalità del popolo del Madagascar: l’importante è essere sempre in buona salute, così come è importante salutarsi tra conoscenti e sconosciuti con rispetto e cordialità. Se poi le cose non vanno proprio così bene (situazione piuttosto frequente), non bisogna dirlo direttamente, ma occorre conservare una patina di serenità e di riconoscenza. Difficile da descrivere e da comprendere questo atteggiamento, ma credo che ci aiuti ad entrare nella logica di questo popolo, così mite, così capace di riconoscenza e di gratitudine (nonostante tutto), eppure cosi fatalista, incapace di programmazione e sospettoso dei cambiamenti. Siamo su un’isola, e seppur molto grande, è pur sempre un’isola; si conosce poco lo straniero, il mare fa paura, e ancor di più fa paura ciò che c’è aldilà del mare.