In dialogo sul fine vita
Di seguito l’articolo uscito su ‘La Libertà’ del 2 ottobre 2024 che ci aiuta a comprendere l’importanza e l’orizzonte di questo appuntamento. Vi aspettiamo numerosi!
L’importanza di un dialogo sul fine vita: invito al convegno “Dignità Intramontabile”
Il tema del “fine vita” è una delle questioni più delicate e complesse che la nostra società è chiamata ad affrontare. Ma cosa si intende esattamente per “fine vita”? Si tratta di quel periodo finale dell’esistenza in cui la persona si avvicina progressivamente alla morte, spesso in condizioni di sofferenza e malattia. Davanti a questa situazione esistenziale, emergono domande cruciali, ad esempio sulle cure palliative, sulla qualità della vita e, soprattutto, sulla dignità umana del vivere e del morire. Rispondere a tali domande richiede una riflessione che vada oltre l’ambito strettamente clinico sanitario, per includere dimensioni etiche, giuridiche e spirituali alla luce dell’antropologia di riferimento.
In Italia, il dibattito sul fine vita ha portato a significative novità legislative negli ultimi anni. La legge 219 del 2017 ha introdotto il testamento biologico o disposizioni anticipate di trattamento (DAT), uno strumento che permette ai cittadini di dichiarare anticipatamente le proprie volontà riguardo a cure e trattamenti sanitari. Questo segna un passo rilevante verso una maggiore autodeterminazione della persona che ha il diritto di rifiutare l’accanimento terapeutico e di scegliere come essere assistita nelle fasi finali della vita.
Il dibattito su questi temi rimane aperto e complesso. Diversi tentativi di regolamentare il suicidio assistito e l’eutanasia sono stati presentati in contesto legislativo. Ad esempio, le proposte di legge Trizzino (Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita – 3101 ) e Sportiello (Disposizioni in materia di suicidio medicalmente assistito e di trattamento eutanasico – 2982).
A tutt’oggi, come evidenzia la Corte costituzionale, vi è la “perdurante assenza di una legge che regoli la materia” e che i requisiti per accedere al suicidio assistito rimangono quelli definiti dalla sentenza n. 242 del 2019 della stessa Corte: 1) irreversibilità della patologia; 2) presenza di sofferenze fisiche o psicologiche che il paziente reputa intollerabili; 3) dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale; 4) capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli.
In questo contesto, abbiamo il dovere di interrogarci e di approfondire quello che è l’insegnamento del Magistero della Chiesa Cattolica al fine di sostenere e promuovere un percorso di fine vita che sia realmente rispettoso dell’uomo e della sua dignità.
Come già ricordava San Giovanni Paolo II, “L’amore verso il prossimo, che Gesù ha tratteggiato con efficacia nella parabola del buon samaritano, rende capaci di riconoscere la dignità di ogni persona, anche quando la malattia è venuta a gravare sulla sua esistenza. La sofferenza, l’anzianità, lo stato di incoscienza, l’imminenza della morte non diminuiscono l’intrinseca dignità della persona, creata ad immagine di Dio”. (cfr. DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II IN OCCASIONE DELLA CONFERENZA INTERNAZIONALE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PASTORALE DELLA SALUTE. Venerdì, 12 novembre 2004)
L’obiettivo del convegno “Dignità Intramontabile: prospettive etiche e antropologiche sul fine vita”, che si terrà il 18 ottobre 2024 presso l’Aula Magna “Piero Manodori” a Reggio Emilia, è proprio quello di riflettere insieme sulla ricchezza di questa tradizione e approfondire il modo in cui il Magistero della Chiesa possa offrire risposte rispettose dell’uomo e della sua dignità in ogni fase della vita. Il convegno, organizzato dal Circolo “Cultura Animi”, si propone di studiare come il messaggio evangelico possa essere recepito e attuato rispetto alle sfide moderne, mantenendo la centralità della persona e il rispetto della sua dignità, anche nelle fasi finali dell’esistenza.
Il convegno vuole quindi essere una vera occasione di confronto e crescita comune, aperta a tutti coloro che desiderano comprendere più a fondo le questioni etiche e antropologiche legate al fine vita. L’intento è quello di contribuire a un dialogo rispettoso e costruttivo, che tenga conto delle sfide del presente, ma che affondi le sue radici nella tradizione cristiana, capace di offrire risposte che mettano sempre al centro la dignità della persona.
Il Consiglio Direttivo del Circolo “Cultura Animi”.