Diario dal Madagascar – ottava puntata

DIARIO DAL MADAGASCAR VIII puntata

6 luglio 2024 – Santa Maria Goretti

Cari amici,

siamo alla vigilia di una grande festa che ci prepariamo a celebrare assieme ai cristiani di Manakara. Domani, domenica 7 luglio festeggeremo i 10anni della fondazione della nostra parrocchia della Divina Misericordia, o meglio, il decimo anniversario della posa della prima pietra della grande chiesa parrocchiale, sorta per volontà della Diocesi di Reggio Emilia/Guastalla su richiesta della Diocesi di Farafangana. Ricordo il giorno del mio primo viaggio a Manakara nel luglio 2011, ancora diacono, accompagnatore e “scorta” del vescovo Adriano in visita pastorale qui in Madagascar; in quei giorni si stavano affinando gli accordi tra le due diocesi per l’incarico a don Giovanni Ruozi come parroco di un nuovo distretto che sarebbe sorto a sud della città di Manakara, dove si presumeva ci sarebbe stato uno sviluppo urbano futuro e quindi era necessario garantire la presenza di una chiesa e una comunità cattolica. Dopo appena un anno, se ricordo bene, don Giovanni si spostò da Ambositra a Manakara e assieme ad un altro prete malgascio, si installò alla Ferme con Luciano Lanzoni e una piccola comunità di giovani della regione, inoltre cominciò a celebrare la messa e a fare animazione pastorale in questo nuovo distretto, un po’ urbano, ma in buona parte rurale.

Eccoci allora all’anno 2014, quando fu possibile delimitare uno spazio per la nuova parrocchia e iniziare i lavori di costruzione della nuova grande chiesa dedicata alla Divina Misericordia, grazie a tanti benefattori reggiani e non solo, che hanno donato perché fosse possibile realizzare quest’opera così imponente. Fu poi nel novembre 2017, dopo più di tre anni di lavoro, che fu possibile inaugurarla e consegnarla alla comunità di cristiani, che nel frattempo era cresciuta nel numero e nel senso di comunità.

Bene, ho cercato di convincere i parrocchiani ad aspettare il 2027 per celerare il decennale l’apertura della chiesa, o almeno ad aspettare la prossima visita pastorale del vescovo, ma la voglia di fare festa assieme al più presto ha avuto la meglio. Abbiamo cominciato ieri, venerdì con stands tornei e giochi, oggi abbiamo avuto una partecipata catechesi sul significato di “Divina Misericordia” e domani avremo la messa solenne e il pranzo tutti assieme. Come parroco, mi rallegra vedere il coinvolgimento di tanti… ho permesso e incoraggiato questa festa per permettere ai cristiani di esprimersi al meglio grazie alla loro presenza e alla loro generosità. D’altro canto, ci sono tanti nuovi cristiani che sono entrati a far parte della nostra parrocchia di recente, che chiedono i sacramenti e che contribuiscono alla vita parrocchiale, e quindi è importante che comprendano che c’è una bella storia e che è presente una comunità che prega e si ritrova. In diversi mi hanno risposto che nel 2027 faremo un’altra festa, che sono bei momenti di aggregazione e quindi è meglio farne uno in più piuttosto che in meno…

Questa festa si inserisce in un tempo molto vivace dal punto di vista pastorale e operativo. Come avrete saputo sono parecchio impegnato nel coordinare la realizzazione di un’università nella nostra diocesi di Farafangana. Già da un anno e mezzo il vescovo Gaetano, ha creato una commissione diocesana, formata da sacerdoti, religiose e altri laci impegnati nel campo educativo, per riflettere assieme sull’opportunità di creare un ateneo nella nostra diocesi al servizio dei giovani e delle loro famiglie, per cercare di evangelizzare e far progredire economicamente e culturalmente la grande regione sud-est del Madagascar, finora così arretrata e periferica. La commissione ha quindi elaborato un dossier che a fine 2023 è stato inviato a Roma per richiederne l’approvazione e il finanziamento. Passato qualche mese, dopo Pasqua, è arrivata la risposta affermativa dalla Conferenza Episcopale Italiana, che accettava di promuovere il progetto e di finanziarlo completamente, nella speranza che gli auspici del vescovo Gaetano potessero effettivamente compiersi.

Il tempo di organizzarsi, di rielaborare le idee, da un paio di mesi abbiamo cominciato i lavori di ristrutturazione dell‘imponente edificio a tre piani di proprietà della Diocesi, individuato per accogliere il progetto, un tempo Seminario minore interdiocesano, ora inutilizzato, è stato scelto come sede della nuova Università Cattolica Diocesana. L’edificio, ancora solido e robusto sarà ripensato per accogliere, aule, uffici, una biblioteca, diverse camere, un paio di appartamenti e un grande refettorio.

Abbiamo a disposizione quasi 20 ettari di terreno, alla prima periferia della cittadina di Farafangana, per cui comprendete i grandi sviluppi che un progetto del genere può avere a beneficio di questa regione e della sua gente. L’obiettivo è di fare le cose il più possibile assieme, che tutti si sentano coinvolti e possano portare il loro contributo, affinché l’opera abbia il sostegno e l’interesse di tutta la chiesa locale e della classe dirigente di questa regione. Dovremo poi trovare le risorse per realizzare altre aule, pian piano che le iscrizioni aumenteranno, un internato per accogliere gli studenti che verranno da fuori, una cappella universitaria e una grande sala per gli incontri plenari, oltre che qualche spazio sportivo e di aggregazione.

In tutta la regione del grande sud-est del Madagascar, comprendente 3 diocesi, 4 province amministrative, da Mananjary e Fort Dauphin, un bacino demografico di quasi 5 milioni di persone in forte crescita, non esistono università, né pubbliche e né private, per cui si assiste all’abbandono sistematico dei giovani più promettenti dopo la maturità verso città più importanti per continuare i propri studi. Dobbiamo cercare di frenare questa emorragia, e creare qualcosa di solido e importante, sia a livello culturale che a livello spirituale qui al centro di questa grande regione. Questa è d’altro canto l’intuizione della Conferenza Episcopale Malgascia che ha desiderato questo progetto e questo è il nostro sogno. Per ora, occorre ammettere che per quanto riguarda i tempi di approvazione e realizzazione, per ciò che concerne le simpatie e l’interesse di tanti, siamo ben oltre le aspettative che avevamo immaginato all’inizio. Sono d’altronde persuaso, che un progetto di tale entità richiede tanto lavoro e tanta pazienza, che sarà necessario delegare sempre più ai malgasci le opere amministrative e che sarà necessario continuare ad animare i benefattori e intendersi con le altre università malgasce e europee per sostegno, amicizia e collaborazione. Le premesse, sono molto buone, occorre riconoscerlo, soddisfacenti e incoraggianti; d’altro canto, le incognite e i problemi che possono sorgere sono ancora tanti.

Formare integralmente i giovani è il mio e il nostro principale obiettivo. Nelle istituzioni malgasce ci sono, a tutti i livelli, uomini e donne intellettualmente capaci, ma che però non si mettono al servizio degli ultimi e talvolta ricoprono con ingordigia ruoli di responsabilità. Ecco perché dobbiamo offrire una formazione umana e spiritale oltre che accademica. Abbiamo bisogno di una classe dirigente onesta, libera, buona, oltre che competente. In questo senso si inserisce l’idea di aprire una delle nostre Case della Carità nel terreno a disposizione: offrire ai giovani un luogo dove fare servizio durante tutto l’anno, per permettergli di conoscere questa bella realtà che ha le sue radici proprio a Reggio Emilia. La presenza della Casa della Carità accanto alle aule universitarie, ai luoghi sportivi e ricreativi, sarà stimolo e modello di gratuità per compiere quella formazione integrale a cui puntiamo come Università Cattolica.

A proposito, l’Università sarà dedicata al Beato Lucien Botovosoa, catechista martire e padre di famiglia originario della nostra regione, che speriamo possa diventare santo durante il Giubileo del 2025, sarebbe il primo della storia malgascia. A lui ci affidiamo nella speranza di riuscire a creare qualcosa di importante che potrebbe diventare un modello per tanti altri centri in Madagascar e in Africa.

Inoltre, stiamo per firmare una convenzione tra le due Diocesi di Reggio Emilia e di Farafangana e l’università di Modena e Reggio (UNIMORE) per accogliere alcuni studenti malgasci tutti gli anni in Italia, per permettergli di studiare e formarsi in un ambiente di alto profilo. L’obiettivo è chiaro, sostenere dei giovani nelle università malgasce per la laurea triennale, inviarne alcuni in Italia per la laurea magistrale e riaccoglierli qui a Farafangana per permettergli di contribuire al nostro progetto universitario e tornare al servizio di questa loro regione di provenienza. È il modello di carità auspicato anche da papa Francesco, uno stile circolare che fa crescere le potenzialità di una regione, restituendole alla regione stessa, evitando che si disperdano. Se si tratta di far emancipare dei giovani allora potremmo incoraggiarli a restare in Italia o al peggio, trasferirsi nella capitale Antananarivo, ma a noi questi giovani servono qui, con le loro competenze e la loro freschezza, per lavorare assieme allo sviluppo integrale di questa porzione di mondo.

Già a febbraio 2025 arriveranno alcuni giovani che saranno ospitati nelle famiglie e inserti nei percorsi di studio a Reggio o a Modena. A settembre faremo una serata in cui, assieme ad alcuni collaboratori, racconteremo il progetto e animeremo all’accoglienza. La serata sarà aperta a tutti coloro che sono interessati a conoscere meglio il progetto e che, in un modo o in un altro, desiderano darci una mano a renderlo possibile. In questa fase, mi sento di ringraziare particolarmente Marco Reggiani e il Movimento Familiaris Consortio che hanno accettato di sostenere e animare all’accoglienza, oltre che Enrico Benedetti che sarà il responsabile della fase italiana del progetto, e anche don Marco Ferrari e gli amici del Centro Missionario Diocesano che hanno garantito il loro supporto tecnico e logistico. A breve, comunicheremo la data, l’orario e il luogo del nostro incontro.

Come avrete intuito, in settembre sarò a casa per un periodo di riposo e di incontri. Spero di poter incontrare tanti, ritrovare volti cari e ringraziare personalmente tutti coloro che ci stanno generosamente sostenendo e accompagnando.

A novembre, proporremo un viaggio missionario in Madagascar, per permettere a chi lo desidera, di venirci a visitare e conoscere l’esperienza missionaria della nostra Diocesi. Assieme a don Simone e Antonella, apriremo la nostra casa ai “pellegrini” che vorranno partecipare. In seguito, vi lascio le info necessarie per partecipare. A quel punto i lavori dell’università saranno quasi terminati.

Vi saluto allora, vi chiedo di ricordarci nella vostra preghiera, in famiglia, nelle comunità e nelle parrocchie per poter continuare a annunciare l’universalità della nostra chiamata anche in questi tempi incerti, con l’auspicio di ritrovare fra qualche settimana tanti di voi.

Don Luca Fornaciari

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